Ad “accompagnarla” verso il raggiungimento del secolo di vita c’era la sua gente. Quella che considera la Salernitana un simbolo identitario che va ben oltre il calcio. Nel piazzale antistante la Curva Sud dello stadio Arechi questa sera c’erano migliaia di tifosi per il “Capodanno granata”. Da chi ancora non ne conosce il significato ma che, sorretto sulle spalle del papà, ha virtualmente ricevuto il passaggio del testimone. A chi ha vissuto al suo fianco gran parte delle pagine della centenaria storia granata. Un mix di fede, passione e identità che ha caratterizzato la serata organizzata dai gruppi della Curva Sud. Insieme alla gente di Salerno anche delegazioni delle tifoserie di Schalke 04, Bari, Brescia, Ascoli, Monopoli, Reggio Calabria, Venezia, Andria e Barletta, arrivate all’ombra dell’Arechi per rendere omaggio alla “Signora” del calcio cittadino.
Tra lo sventolio di bandiere, fumogeni, cori e passione si è arrivati alla mezzanotte che ha segnato l’ingresso nel nuovo secolo della Salernitana.
Sul palco, insieme ai presentatori Gianni Novella e Annamaria Baccaro, si sono alternati tifosi di ieri e di oggi, insieme a calciatori che hanno fatto parte della storia granata: Luca Fusco, Ciro De Cesare, Gigi Genovese, Sasà Avallone, Roberto Breda, Andrea Cammarota, Claudio Grimaudo, Santo Walter Perrotta e Leonardo Menichini. Un’ovazione speciale ha accolto il tecnico di Ponsacco che ha ringraziato “Salerno e la sua gente per il calore e la passione con cui sostengono la squadra della propria città. È quello che ripeto sempre ai miei calciatori che quando vanno in campo devono onorare la maglia”.
Febbre granata che, tra un’esibizione musicale e l’altra, ha raggiunto il punto più alto allo scoccar della mezzanotte quando Salerno ha virtualmente soffiato sulle cento candeline.