Micai 6: spettatore non pagante per l’intera durata del match. Spaventa l’Arechi con una presa difettosa che, per fortuna, non ha conseguenze.
Pucino 6.5: riconfermato nella difesa a tre come era accaduto nel secondo tempo di Verona. Preciso nelle chiusure, dalle sue parti non si passa.
Migliorini 7: monumentale in fase difensiva, decisivo in fase offensiva. Sua la sponda di testa sull’angolo che regala il vantaggio ai granata. Straordinario l’assist per il raddoppio di Jallow.
Mantovani 6.5: stringe i denti nonostante la botta presa a Verona. Contiene Piccolo e si fa notare anche a sostegno di Lopez.
D. Anderson 5.5: nel primo tempo ha sui piedi la palla del possibile 1-0 ma la spreca in modo clamoroso. Meglio nella ripresa quando i granata giocano di più dalle sue parti.
Di Tacchio 6: non è al meglio della condizione ma garantisce la solita quantità in mezzo al campo.
dal 43’ st Mazzarani s.v.
Minala 6.5: sbaglia tanti palloni ma ha il merito di sbloccare la partita con un bell’inserimento su calcio d’angolo. Il gol gli dà fiducia e, nel finale, va vicino anche alla doppietta personale.
Lopez 7: devastante sulla corsia di sinistra, è l’unico a provarci con insistenza nel primo tempo. Preciso e puntuale anche nella seconda frazione. Dal suo piede parte l’angolo dell’1-0.
A. Anderson 6.5: torna titolare dopo due turni. Impiega più del dovuto ad accendersi ma quando lo fa diventa imprendibile.
Jallow 7: non avverte la stanchezza degli incontri ravvicinati e mette in mostra il meglio del suo repertorio: la velocità. Prima “grazia” Agazzi mancando il vantaggio. Poco dopo si riscatta, scappando sul filo del fuorigioco e siglando il 2-0 che gli consente di ritrovare il gol all’Arechi.
dal 37’ st Djuric s.v.
Calaiò 6: stringe i denti e, nonostante la stanchezza, scende in campo. Nel primo tempo va vicino al vantaggio con un diagonale che si perde di poco a lato.
dal 32’ st Odjer 6: ritrova il terreno di gioco dopo un lungo infortunio. Ed è quello che conta.
Gregucci 6.5: nonostante le tre partite in nove giorni si affida a Calaiò e Minala che non sono al meglio della condizione. Le scelte, pur senza brillare, gli danno ragione. Ma c’è ancora tanto da lavorare.