La gara Givova Scafati - Happy Casa Brindisi ha riservato una coda ricca di polemiche, ma soprattutto di episodi che sono stati posti sotto la lente di ingrandimento dalla Procura Federale della FIP. Nel corso del match Doron Lamb, che aveva iniziato la stagione in maglia Givova per poi trasferirsi a Brindisi, ha zittito il pubblico della Beta Ricambi Arena - PalaMangano dopo un canestro realizzato. Il gesto ha reso ancora più incandescente l'atmosfera nell'impianto di via della Gloria per una sfida con punti pesanti in palio in chiave salvezza per la squadra dell'Agro e terminata con la rimonta gialloblu sulla Stella del Sud e con la decisione arbitrale di un fallo di sfondamento, commesso da Ky Bowman su Julyan Stone a 3 secondi dal termine.
Coach Vitucci: "Tutta quella gente nello spogliatoio non esiste"
Il fischio ha portato alle proteste negli istanti conclusivi e dopo la sirena finale da parte di Brindisi e del suo coach Frank Vitucci: "L'ultimo fischio non esiste al mondo. - ha affermato il tecnico - È un fischio che a me sembra già deciso. Non è assolutamente sfondamento. Quello era canestro o la famosa no call o se era call era fallo del difensore. Non esiste che si arrivi alle mani a prendere i giocatori, per quanto si siano comportati bene, male o altro, che hanno fatto qua o là. Ma tutta quella gente dentro lo spogliatoio non esiste. Io voglio bene a Scafati, io qua c'ho lavorato, vi conosco tutti quanti, siete tutte brave persone, ma quella roba là in un campo di pallacanestro non si può vedere".
Post-gara da lente di ingrandimento della FIP
Il rientro delle due squadre negli spogliatoi è avvenuto nel caos e all'esterno del PalaMangano i giocatori della squadra ospite hanno ricevuto insulti razzisti, uno è ben udibile da video presenti sui social. La Procura Federale ha aperto un'inchiesta per chiarire i fatti, non pochi all'interno del post-gara di Scafati-Brindisi. Nel frattempo, la Givova Scafati ha emesso un comunicato stampa (il club del patron Nello Longobardi presenta il lancio di una bottiglia da parte di Lamb verso il pubblico) ed ecco anche le parole del presidente dell'Happy Casa Brindisi, Nando Marino con un post su Facebook ("Ho mal di schiena per un pugno sferrato alla cieca ricevuto mentre sotto il tunnel cercavo di placare gli animi").
La nota ufficiale del club gialloblu
"La Givova Scafati, in relazione ai fatti avvenuti durante e a seguito della gara contro Happy Casa Brindisi di ieri 11 aprile, intende sottolineare quanto alcuni atti e condotte provocatorie di tesserati abbiano creato stato di tensione nel pubblico. È doveroso altresì rimarcare che un tesserato della squadra di Brindisi, peraltro ex di turno, si è reso protagonista di condotte offensive e provocatorie nel corso dell’intera gara, culminate nel grave gesto, rientrando in campo dopo aver già guadagnato il tunnel degli spogliatoi, del lancio di una bottiglia piena verso il pubblico che, solo per coincidenza fortunata, non ha avuto conseguenze; o ancora, che altro tesserato della società ospite, sempre a fine gara, si è lasciato andare a gesti gravemente offensivi e volgari nei confronti del parterre, il tutto peraltro documentato da riprese video, che sono già state messe a disposizione degli inquirenti ordinari e sportivi.
Nel corso di tanti anni di appassionato séguito nei palazzetti di tutta Italia, la tifoseria scafatese non si é mai resa protagonista di alcun episodio, atteggiamento o condotta violenta o razzista, contraddistinguendosi di contro per calore, correttezza e passione: una singola, isolata ancorché esecrabile espressione, che si è avuto modo dover ascoltare da audio diffuso in zona adiacente il palazzo dello sport ben oltre il termine della gara, nel mentre la delegazione ospite stava abbandonando la struttura e che fermamente si condanna, in alcun modo può marchiare una tifoseria.
Tutto ciò premesso, la Givova Scafati nelle persone della proprietà, della dirigenza e degli sponsor e partner condannano fermamente e prendono le distanze da ogni forma di violenza e razzismo, rimarcando i valori di lealtà ed inclusione che animano da sempre l’intero sodalizio. Al contempo, i dirigenti della società sono già al lavoro, in stretto contatto con le forze dell’ordine, per l’identificazione del responsabile, nei confronti dei quale, nell’augurarsi severità di sanzione, ci si riserva ogni possibile azione giudiziaria a tutela".
Marino: "Colpito alla schiena da un pugno"
"Vengo chiamato all’Università del Salento per fare lezione sull’importanza ed il valore dello Sport nella nostra società. Ho portato questi valori all’interno delle scuole, dove sono stato chiamato affinché dello sport in genere, ma del basket ancor più in quanto sport di squadra, venga esaltato il ruolo educativo ed aggregativo contro una società competitiva e isolazionista. Questi valori li ho insegnati ai miei figli ed oggi non posso tacere, al di là di ogni risultato sportivo, dopo aver assistito al peggio che lo sport possa rappresentare. Stare zitto significherebbe tradire quello in cui credo e soprattutto tradire il ruolo educativo che invochiamo ed attribuiamo allo sport.
Come spiego il mio silenzio a quei ragazzini adolescenti che partiti da Taranto sono venuti a supportare la nostra squadra e che dopo aver subito insulti verbali tutto il tempo della partita, hanno temuto per la loro incolumità e avuto davvero paura? È questo il messaggio che vogliamo passi? Che il più violento fa paura e dobbiamo stare zitti? Vogliamo insegnare che alle trasferte non si va perché ci può essere un’invasione di campo a mettere a rischio l’incolumità? Ho mal di schiena per un pugno sferrato alla cieca ricevuto mentre sotto il tunnel cercavo di placare gli animi. Siamo stati difesi dai giocatori di Scafati che hanno in parte impedito l’accesso ai ‘supporters’... vogliamo chiamarli così? Lo Sport è questo?
Per tutti quei ragazzi che hanno assistito alla violenza di ieri ho il dovere di non tacere. Questo fatto ripeto supera il risultato sportivo, che forse ci ha preservato da qualcosa di peggio. Se poi vogliamo parlare del risultato, allora mi sento di aggiungere che non è accettabile che un dirigente sportivo durante la pausa a fine primo tempo vada ad apostrofare con frasi ingiuriose ed un atteggiamento ‘ focoso‘ (?!) il primo arbitro (quello della chiamata finale) e che il tutto non sia stato riportato a referto dalla terna a fine partita. Questo l’ho vissuto davanti ai miei occhi e impunemente è stato ignorato.
Non mi metto a dire che magari può aver influenzato la svista o corretta chiamata arbitrale finale… per carità... stendiamo un velo pietoso… E per finire oltre al danno anche la beffa: ne usciamo più penalizzati noi a livello economico rispetto alla sanzione attribuita alla squadra di casa. Ringrazio il collega presidente Nello Longobardi per aver permesso alla mia famiglia di uscire da una porta secondaria affinché potessimo tornare a casa senza altri patemi d’animo".
Foto: ufficio stampa Scafati Basket 1969