Rifiuti, Lambiase fa a pezzi il "modello Salerno"

Per il consigliere d’opposizione si rischia l’emergenza: «Manca l’organizzazione del servizio»

Salerno.  

Il consigliere d’opposizione Gianpaolo Lambiase piccona con forza il piano rifiuti di Salerno. Quello che un tempo era un vanto dell’amministrazione comunale, ora sembra diventato un pericoloso boomerang. Tanto che lo stesso consigliere comunale paventa pericolose emergenze rifiuti, quelle che in un passato nemmeno troppo lontano sono state sempre evitate dalla città di Salerno.

«Il servizio di Igiene Urbana a Salerno può produrre una vera e propria “Emergenza”, se non si provvede. – denuncia Lambiase - Aumenta il grado di “sporcizia” dei nostri quartieri, a fronte di una tassa sulla “immondizia” che i salernitani pagano, tra le più alte d’Italia. La raccolta ha un costo di decine di milioni d’euro e pecca di una frammentarietà forte. Sicuramente in piccola parte deriva da decisioni e competenze “non locali”. Ma tutto il resto dipende dall’organizzazione (direi disorganizzazione) che si è data il Comune di Salerno».

Una picconata pesante, con la frammentarietà del servizio che è stata sempre una pecca denunciata anche dagli stessi amministratori di Palazzo Guerra in passato. Tanto che lo stesso assessore Caramanno sta pensando ad una cabina di regia unica per chiudere le pericolose falle createsi. «I soggetti che intervengono per lo “spazzamento” dei quartieri sono tre: gli operai del Comune, la società Salerno Pulita ed una serie di cooperative sociali (di tipo B). – continua Lambiase - La raccolta differenziata “porta a porta” è opera di Salerno Pulita. La raccolta del vetro, le isole ecologiche e la “rimozione ingombranti” sono servizi effettuati dal Consorzio di Bacino Salerno 2».

E nella disamina del consigliere comunale d’opposizione non poteva mancare il sito di compostaggio che sarà presto anche al centro d’interesse parlamentare (guarda qui). «A tutto ciò si aggiunge la gestione “a perdere” dell’impianto di compostaggio. – conclude Lambiase - L’organico lavorato nel sito di compostaggio produce un compost che “non ha mercato”. I costi di gestione superano ampiamente la media nazionale».

 

Redazione