Torna di attualità la questione legata alla legge Severino, unico baluardo che potrebbe dividere, in caso di vittoria, Vincenzo De Luca dalla poltrona di governatore della regione Campania. La novità arriva direttamente dalla Procura generale della Cassazione, che sostiene che il Tar non ha giurisdizione in materia, e chiede alle Sezioni Unite di dichiarare che la competenza a giudicare sugli atti di sospensione degli amministratori locali spetta al giudice ordinario. L’udienza che dovrebbe decidere tutto questo è fissata per il 26 maggio, quindi pochi giorni prima delle elezioni, che invece dovrebbero tenersi il 31 maggio. Dunque, se le Sezioni Unite dovessero dare parere favorevole, allora la possibilità che si verifichi uno stravolgimento generale diventa più che un’ipotesi percorribile. Infatti, tutto potrebbe ripercuotersi sia sulla decisione della Corte Costituzionale, in merito alla legge Severino, e di riflesso su Vincenzo De Luca, nel caso l’ex sindaco di Salerno vincesse le elezioni. Se si verificasse questa ultima ipotesi, De Luca sarebbe sospeso a causa della condanna di primo grado per abuso d’atti d’ufficio. L’ex sindaco di Salerno ha sempre dichiarato che il Tar lo rimetterebbe al suo posto in un giorno, forte anche dell’esperienza già vissuta dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Ma, se la Cassazione dovesse accogliere la tesi della Procura generale, il giudice a cui rivolgersi sarebbe invece quello ordinario. Questa cosa, quindi, potrebbe allungare i tempi di reintegro in maniera importante. Il ricorso promosso dall’Mcd, il movimento difesa del cittadino, attraverso l’avvocato Gianluigi Pellegrino, potrebbe cambiare le carte in tavola. L’obiettivo del ricorso, infatti, è quello di interrompere l’ipocrisia di un sistema che da un lato approva la legge a tutela dell'interesse pubblico, e poi effettua scelte diametralmente opposte, chiedendone la disapplicazione.
De Luca, si riapre la questione Severino
La Procura generale della Cassazione sostiene che il Tar non ha giurisdizione in materia
Salerno.