Poteva mai passare inosservato lo scivolone storico-geografico del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio? Con il governatore De Luca sarebbe stato impossibile con il picconatore storico dei 5 Stelle che non ha perso l’occasione gentilmente offerta dallo stesso Di Maio, servendo la sua gaffe su un vero e proprio piatto d’argento. «Di Maio ha vinto una guerra lampo contro la geografia, la storia e la grammatica», ha sentenziato il governatore nella sua consueta riflessione settimanale su Li.Ra. Tv.
Galeotto Pinochet che, secondo i ricordi confusi del leader pentastellato, si è ritrovato ad essere una figura storica del Venezuela e non del Cile. E allora, quale occasione migliore per De Luca che picconare ancora una volta il movimento voluto da Grillo? «Il Movimento Cinque Stelle non ha prodotto un rinnovamento della vita politica ma solo la crescita di una banalizzazione, di una sottocultura e dell’imbarbarimento della politica. – ha affermato De Luca – Hanno sbandierato ai quattro venti temi di trasparenza e di novità, ma era solo propaganda. Gli unici meriti sono stati quelli di far emergere qualche figura nuova, come Pizzarotti e la Appendino, due persone misurate e che non hanno fatto i balletti in piazza».
Per De Luca, dunque, si salvano in due ma non certo Di Maio che, con Fico e Di Battista, sono i bersagli preferiti del governatore. Come non ricordare l’affondi di appena sette giorni fa che li definiva, ancora una volta, tre “mezze pippe”. Fino a rincarare la dose: «Di Battista bocciato in municipalità, Fico qui in Regione e Luigino 56 voti a Pomigliano: questi tre sono dei miracolati che hanno sfruttato l’onda grillina». E visto che le ci si confronta a spallate, l’ultima il governatore la da al Direttorio grillino della Capitale. «A Roma decide il direttorio, che è un organo che ha pure portato “seccia”, ricordo che Napoleone li buttò a mare tutti quanti». Intanto è già attesa per la prossima puntata anti-Cinque Stelle di De Luca.
Redazione