Ancora una volta a settembre il desolante scenario della fine delle risorse regionali per la Salnità regala lo scenario del pagamento del ticket. Nonostante il governatore De Luca avesse annunciato un cambio nella gestione. A distanza di un anno la scena si ripete, con l’opposizione che parafrasa un vecchio slogan dell’ex sindaco, “mai più ultimi”, per sferrare l’affondo. «Di nuovo ultimi. Ormai i proclami e la propaganda hanno lasciato spazio alla desolante realtà. – afferma il consigliere di Forza Italia, Roberto Celano - Sulla sanità un disastro per la Campania e sopratutto per la provincia di Salerno».
Il tutto, per il consigliere neo forzista dovuto anche ad una gestione dell’emergenza sul territorio provinciale e cittadino, che lascia molti punti oscuri. «La chiusura di reparti efficientemente funzionanti hanno creato disagi intollerabili ad utenti costretti, ora, ad interminabili attese con la chiusura dell'eccellente reparto di oncologia del da Procida e dell'ospedale di Mercato San Severino. – riprende Celano - Gli utenti dei suddetti nosocomi sono stati indirizzati all'omologo reparto del Ruggi che, dunque, non riesce più con efficacia a servire i pazienti. Gli utenti salernitani sono sovente costretti ad aspettare ore rispetto all'appuntamento fissato per potersi sottoporre a sedute di chemioterapia. Tale lunga attesa sarebbe motivata da ritardi nella fornitura di medicinali. La propaganda ha distrutto il pronto soccorso di Vallo e non ha salvato Agropoli. Eppure la sanità campana ha oggi, e per la prima volta nella storia, il pareggio di bilancio che consentirebbe di fare cose migliore e più efficaci».
E all’affondo di Celano si unisce anche il vice coordinatore provinciale, Gaetano Amatruda. «La sanità campana torna agli anni peggiori. – afferma - La politica della lottizzazione e delle clientele produrrà disastri per i cittadini. Solo bravi medici, infermieri appassionati e manager di frontiera, evitano il tracollo. La Campania torna ultima, peggiora i servizi e perde risorse a Roma. Nella conferenza Stato Regioni non siamo capaci di difendere le quote del Fondo sanitario nazionale. Incompetenza e cattiva fede non costruiscono soluzioni per i cittadini».
Redazione