Giustizia, Nordio a Cetara: "In due anni colmeremo i vuoti d’organico"

E sul decreto che prevede l’arresto per chi aggredisce i sanitari: “Presto sarà legge”

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Cetara.  

Il decreto legge a tutela degli operatori sanitari diventerà presto legge. Ne è convinto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio che da Cetara ha parlato del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri e che prevede l'arresto obbligatorio in flagranza o in differita per chi compie atti di violenza contro sanitari. "Abbiamo fatto, credo, un'ottima legge, un ottimo decreto e penso che sarà convertito in termini rapidissimi. E credo che sarà anche ampiamente condiviso perché la tutela dei sanitari credo che sia un principio che non possa avere oppositori".

Nel corso del convegno organizzato da Magistratura Indipendente e dedicato al tema dell'Intelligenza Artificiale applicata alla Giustizia, Nordio ha annunciato anche che sono stati costituiti 4 concorsi e un quinto è in via di definizione per colmare i vuoti d'organico. 
“Per la prima volta riusciremo, entro il 2026 perché abbiamo anche i fondi, a colmare i vuoti dell’organico dei magistrati. Vuoti che sono tra le cause maggiori della lentezza dei processi. Ci siamo molto raccomandati e stiamo lavorando proprio con le associazioni di magistrati e con il Consiglio superiore della magistratura per accelerare i concorsi perché abbiamo i fondi, abbiamo gli aspiranti. Bisogna che le commissioni che creiamo lavorino a tempo pieno e, in caso, che ne aumentiamo il numero. Dobbiamo – ha aggiunto Nordio - deburocratizzare l’aspetto amministrativo una volta che una persona ha vinto il concorso, che oggi ha la stessa durata di quando sono entrato io in magistratura, cioè quasi quasi mezzo fa. E tutto questo in un momento di intelligenza artificiale non è più accettabile. Abbiamo bisogno di giudici, abbiamo degli aspiranti che sono anche preparati. Le nostre università sfornano ancora delle persone che possano degnamente interpretare questo ruolo. Quindi, è una questione un po’ di burocrazia e un po’ anche di buonsenso, ma anche di eliminare la pigrizia mentale che ha ispirato fino ad adesso con il criterio che si è sempre fatto così”, ha concluso il ministro.

Quanto poi all'intelligenza artificiale applicata alla Giustizia, Nordio ha spiegato: “È uno spauracchio perché molte persone la vedono sotto l’aspetto patologico, cioè sotto i pericoli e i rischi che può rappresentare. Noi dobbiamo trasformare questi pericoli e questi rischi, che esistono, in opportunità e strumenti. Gli strumenti dell’intelligenza artificiale, come tutti quelli della scienza umana, non sono né buoni né cattivi, sono neutrali. È l’uomo che deve saper governare, anche l’intelligenza artificiale, che è pur sempre una creazione dell’uomo. Quindi, anche per quanto riguarda la giustizia, questo lavoro immenso che è stato fatto, tanto anche in questo bellissimo congresso, e il lavoro che stiamo facendo noi al ministero, quello che porteremo avanti è il Venice Group, che in novembre si riunirà a Venezia proprio con i massimi esponenti mondiali dell’intelligenza artificiale per applicare questo strumento alla giustizia. Ecco servirà a rendere non certo a sostituire il giudice con la macchina, cosa che è impossibile perché la macchina non ha sentimento, la macchina non ha cuore, la macchina può soltanto razionalizzare, se l’algoritmo peraltro è costruito bene, dei dati facendoci risparmiare molto tempo. 
In questo senso è molto utile, com’è stato utile Google per cercare, per esempio, le sentenze che una volta si sfogliavano nei repertori manuali. Ma, non potrà mai sostituire la sensibilità, l’intelligenza, il buon senso del magistrato, però sarà un grandissimo aiuto per accelerare i processi, per aiutarci nella comprensione di interpretazione del diritto, che altrimenti sarebbero difficile reperimento. E, quindi, saranno degli strumenti che, se usati bene, rivoluzioneranno in molti aspetti la giustizia. Ma, non la rivoluzioneranno nel merito, non sostituiranno la mente del giudice; la renderanno più celere e per certi aspetti anche più prevedibili”.