Salario minimo, politici e sindacalisti si confrontano a Scafati

L'appuntamento è stato organizzato dalla Casa del Popolo: presente il deputato Franco Mari

salario minimo politici e sindacalisti si confrontano a scafati
Scafati.  

Dopo le polemiche innescate dal documento approvato dalla maggioranza del Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro), che ha provocato tra l’altro la dura reazione dei segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, la discussione sul salario minimo arriva in provincia di Salerno grazie a un appuntamento promosso dalla Casa del Popolo di Scafati. Alla vigilia del dibattito previsto per la settimana prossima alla Camera, che si preannuncia molto acceso, la sinistra scafatese ha chiamato il deputato Franco Mari ad illustrare la proposta presentata dalle opposizioni per dare un salario dignitoso ai lavoratori poveri. 

Ad interloquire con il parlamentare salernitano, che è uno degli estensori della proposta di legge, ci saranno il segretario provinciale del Pd. Enzo Luciano, e Franco Tavella, segretario regionale dei pensionati della Cgil. L’incontro, che sarà anche l’occasione per firmare a sostegno dell’introduzione del salario minimo, è previsto per lunedì 16 ottobre alle 19 presso la Casa del Popolo di Scafati, in piazza Vittorio Veneto.

All’iniziativa, che si preannuncia come un appuntamento di tutta la sinistra, almeno dell’Agro, sono stati invitati i consiglieri comunali ed i referenti delle forze politiche di centrosinistra. Nei giorni scorsi Franco Mari, che è capogruppo di Avs in Commissione Lavoro, aveva criticato duramente il comportamento del presidente Brunetta definendolo “incapace di svolgere il suo ruolo in autonomia e con l’equilibrio che richiederebbe la responsabilità di presiedere un organo costituzionale”.

Secondo il deputato di Sinistra Italiana “il salario orario di 9 euro lordi stabilito per legge a sostegno della buona contrattazione è il minimo: una linea Maginot al di là della quale c’è solo precarietà e sfruttamento. Nessuna mediazione al ribasso è possibile quando si tratta della vita delle persone che pur lavorando non percepiscono un salario dignitoso. L’eventuale rinvio in commissione della proposta di legge delle opposizioni significherebbe semplicemente che la maggioranza ha deciso di scappare dal confronto ed ha scelto di affossare questa norma di civiltà”.