"Il meetup Salerno guarda con attenzione le vicissitudini nazionali del Movimento 5 stelle, scombussolato dalla scissione provocata dal baro Luigi Di Maio e dalle ingerenze inaccettabili del premier Draghi. Sarebbe facile per noi dire: “L’avevamo detto”. Sono anni che mettiamo in guardia anche i portavoce locali dalla deriva antidemocratica, personalistica ed affaristica portata avanti dal pomiglianese, ma nessuno ha fatto niente". Comincia così la nota a firma degli attivisti del Meetup di Salerno.
"Nella migliore delle ipotesi i nostri “portavoce” (di cosa?) sapevano, ma non hanno fatto nulla poiché altrimenti la propria rendita personale sarebbe stata a rischio - la reprimenda -. Ora però bisogna guardare avanti e tentare di salvare il salvabile. Bisogna ripartire dai territori senza dubbio. Buona la prospettiva di ri(creare) i gruppi territoriali, cattiva invece l’idea di affidare in Campania il tutto al tale Salvatore Micillo, corresponsabile, come tutti gli eletti del resto, del tradimento dei molti principi che hanno ispirato la spinta innovatrice del Movimento 5 Stelle".
Un duro atto d'accusa che culmina con una richiesta: "Per ripartire bisogna azzerare tutto e tutti ed affidare i ruoli del coordinatore regionale e provinciale a persone elette dalla base, che non abbiano alcun ruolo istituzionale. Inoltre risulta necessario che nessuno dei portavoce locali abbia un ruolo anche ufficioso. Loro sono i primi responsabili del disastro M5S alle amministrative dove tradendo le promesse fatte agli attivisti, di non interferire nella politica locale, hanno affidato il Movimento ad una deluchiana", la riflessione tranchant degli attivisti del Meetup salernitano che si sono dati appuntamento venerdì alle 20 al Parco del Mercatello, per una riunione con cittadini ed iscritti.