“L’ultima esperienza del voto alle elezioni amministrative dello scorso autunno e le dinamiche perverse ed i circoli viziosi che hanno confermato il presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Questo rappresenta conferma, peraltro scontata, che il cosiddetto centro destra così come lo aveva ideato “ad usum delfini”, il presidente Berlusconi non solo non esiste più ma non potrà più avere ragione di essere perché la stagione lunga e triste del post Tangentopoli ormai volge al tramonto. Tocca ai moderati, attualmente dispersi in improbabili formazioni partitiche, riprendere in mano il timone della politica per guidare il nostro Paese fuori dalle sabbie mobili del populismo, del sovranismo e del post totalitarismo di destra che rappresentano una seria minaccia per il nostro futuro così come lo furono “mutatis mutandis“ nella prima metà del secolo scorso le politiche nazionalsocialiste cui stupidamente aderimmo, con i risultati che tutti conosciamo”. Così Mario Polichetti, consigliere nazionale, vicesegretario regionale e responsabile nazionale del comparto Sanità dell’Udc, commenta l’attuale momento politico italiano.
“Fu Alcide De Gasperi, in nome di tutto un popolo, a chiedere scusa alle potenze mondiali del tempo ed a tracciare la rotta per riportare l’Italia all’antico splendore che la storia ci ha tramandato. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo dove si sono persi tutti i riferimenti classici ed il pensiero politico, che è prerogativa dell’uomo moderno, quasi a sottolinearne i benefici dei processi naturali di evoluzione, non viene più considerato, è opportuno ripensare agli strumenti ed alle modalità dell’impegno sociale”, ha continuato Polichetti.
“Sarà opportuno ora più che mai che le forze moderate tornino ad occupare l’area di centro della politica italiana perché anche la rielezione del Presidente Mattarella ha dimostrato che senza il centro non c’è politica. Tocca a noi dell’Udc, eredi più prossimi della tradizione moderata che fu inaugurata da Alcide De Gasperi e diede un nuovo corso alla politica internazionale e nazionale dell’Italia, intraprendere un lavoro di ricucitura e ricostruzione per provare a risolvere definitivamente ed in maniera positiva questa lunga e penosa fase di transizione che parte dal momento in cui l’azione della magistratura italiana, non sempre limpida ed imparziale, distrusse un sistema politico non più adeguato ai tempi, senza consentire allo stesso di emendarsi, rinnovarsi e ristrutturarsi”.