Il Comune e la mannaia dei residui passivi

Cambia la normativa, in bilancio vanno indicati tutti i debiti e non la differenza con i crediti

Salerno.  

Il decreto legislativo numero 78 detta i tempi del Consiglio di giovedì sera alle 18. In particolare la correzione della precedente delibera comunale che portava il disavanzo di gestione del Comune di Salerno ad essere spalmato in trent’anni. Nel dettaglio, si tratta di 14 milioni d’euro derivanti dall’accertamento dei residui attivi e passivi dell’Ente di via Roma che, secondo la normativa, devono essere ripianati in un’unica soluzione.

In definitiva, si chiede di conteggiare non solo la differenza ma tutto l’importo, con l’ammortamento trentennale che sarà possibile avviarlo a partire dal prossimo anno. E’ quanto è stato discusso questa mattina in sede di commissione congiunta “Bilancio e Finanze”, con presidente Nino Criscuolo e “Statuto e Regolamenti” con Pasquale Criscito. Una seduta che ha registrato l’audizione del delegato del settore Ragioneria del Comune, Loris Scognamiglio che ha illustrato la nuova normativa.

Ecco, dunque, che nel Bilancio di previsione dovranno essere previste tutte le spese, a partire dai 152 milioni d’euro di residui passivi e dei 138 di quelli attivi, derivanti per lo più da Tosap, Ici, contravvenzioni al codice della strada e fitti con alcuni che non sarebbero più esigibili perché vicini alla prescrizione. Sono cifre, queste, che sono scaturite dal riaccertamento operato dalla Ragioneria comunale. Sarà questo, l’argomento principale del prossimo Consiglio comunale.

 

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