"L'esplosione del caso “Sistema Salerno” sembra aver colto di sorpresa la città: si registrano reazioni scandalizzate e indignate di varia provenienza politica e sociale. Reazioni giuste, sottolineiamo; ciò che non riusciamo a comprendere, invece, è lo sbigottimento. E sì, perché “Salerno di Tutti”, nei cinque anni di opposizione, ha tentato più e più volte, nelle sedi istituzionali, attraverso i mezzi di comunicazione e nel corso di varie iniziative pubbliche, con documenti alla mano, di informare la comunità salernitana di questo inquietante intreccio politico economico e clientelare, tentando, al tempo stesso, qualche volta riuscendoci, di impedire alla giunta comunale l’adozione di misure in danno della popolazione". Comincia così la nota a firma del gruppo di opposizione, che in questa consiliatura è rimasto fuori dal parlamentino.
"Potremmo portare molti esempi. Citiamo, tuttavia, soltanto i numerosi interventi per avere contezza del funzionamento delle cooperative sociali, come anche delle Società partecipate. In tali circostanze, analizzando documenti ufficiali (convenzioni e bilanci), abbiamo indicato alla città la sperequazione tra costi di gestione e benefici resi alla comunità (che si traduce in tributi locali tra i più alti in Italia di fronte a servizi tra i più scadenti), denunciando, al contempo, l’opacità di molte concessioni (affidate di frequente alle medesime persone) e operazioni di bilancio, oltre le condizione dei lavoratori, che spesso sono costretti a operare senza le precauzioni minime stabilite dalla legislazione sulla sicurezza sul lavoro. In più, già in queste occasioni, abbiamo sottolineato la distorsione democratica dei voti di scambio e della situazione di continuo ricatto occupazionale in cui sono mantenuti i lavoratori delle cooperative - la presa di posizione di "Salerno di tutti" -. Inoltre, si è verificato proprio ciò che temevamo e che abbiamo sempre tentato di evitare: che pagassero i lavoratori. Ripetiamo, Salerno di Tutti ritiene di non avere titolo per entrare nel merito dell’indagine giudiziaria, complicata da molti fattori, tra i quali, gravissimo, l’ipotesi di inquinamento dei risultati di libere elezioni; chiede con forza, però, all’amministrazione di porre fine immediatamente ad alcune azioni che costituiscono, a nostro parere, un vulnus alla vita democratica della nostra città: trovare una soluzione per i lavoratori delle cooperative, lasciati senza mansioni e senza stipendio; sospendere una incomprensibile “censura preventiva”, riaprendo le porte della casa di tutti agli organi di informazione affinché possano svolgere liberamente la loro fondamentale funzione; infine, tornare a interessarsi della vita della città, ora lasciata a se stessa (paradossale il caso del mancato calcolo e dell’invio dei bollettini per il pagamento della Tari), assumendosi tutti gli oneri dell’incarico che ha preteso di ricoprire".