Voti in meno e preferenze contestate, il caso Salerno finisce in procura

Esposto firmato dagli esponenti delle liste che hanno sostenuto la candidatura di Elisabetta Barone

voti in meno e preferenze contestate il caso salerno finisce in procura
Salerno.  

Un esposto indirizzato alla procura, per fare chiarezza su quanto avvenuto nelle operazioni di spoglio alle ultime amministrative di Salerno. A firmarlo i componenti delle liste che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Elisabetta Barone. 

Nella documentazione (inviata anche a Corte d'appello, alla commissione elettorale e al prefetto) si contestano i numeri indicati nei verbali e ritenuti diversi rispetto a quanto emerso dalla volontà popolare.

«Si sono manifestate numerose incongruità nonché differenze non marginali - si legge -. A seguito dei riconteggi, sono stati attribuiti circa 300 voti in meno al candidato Napoli, 200 in più a Barone e 60 in più a Sarno». Il dato ormai è acquisito, tanto che Vincenzo Napoli è stato proclamato per il secondo mandato.

Ma è sui voti alle liste che ci sono altri dubbi poiché «sono stati evidenziati un numero superiore di voti espressi rispetto ai votanti nelle relative sezioni». Per i ricorrenti, inoltre, appare «fuori dall'ordinario anche l'eccessivo numero di schede annullate (circa 2048), specialmente nelle sezioni dove presidenti e scrutatori sono stati sostituiti dai supplenti». 

Di qui la richiesta alla commissione elettorale di accelerare le operazioni di verifica per far insediare rapidamente il consiglio comunale, e anche che la Corte d'appello acquisisca gli atti ufficiali redatti finora per i controlli. 

Allo stesso tempo, si chiede al prefetto di "nominare una commissione d'accesso per la piena conoscibilità e trasparenza dell'attività della pubblica amministrazione".

Alla procura, invece, i ricorrenti demandano l'accertamento di eventuali reati commessi durante lo spoglio e lo scrutinio.