Maggiori tutele per gli studenti affetti da disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e uniformità di metodo nelle università: è quanto chiede la senatrice Luisa Angrisani, al ministero dell'Università e della Ricerca attraverso una sua interrogazione.
"I disturbi specifici dell'apprendimento comprendono, tra gli altri, la dislessia, la disgrafia, la discalculia, la disortografia e la disprassia, che comportano la non autosufficienza durante il percorso scolastico in quanto interessano, nella maggior parte dei casi, le attività di lettura, scrittura e calcolo - spiega la senatrice Luisa Angrisani -. Pertanto i disturbi specifici dell'apprendimento possono rendere difficile la vita a scuola, se questi studenti affetti da Dsa, non vengono aiutati nella maniera corretta. Attualmente, purtroppo - sottolinea la Angrisani- i bambini e i ragazzi con dislessia o altri Dsa non hanno diritto all'insegnante di sostegno, hanno però diritto, grazie alla legge n. 170 del 2010, a strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo come sintesi vocale, registratore, programmi di videoscrittura e con correttore ortografico, calcolatrice, oltre e a misure che permettono loro di sostituire alcuni tipi di prove con altre equipollenti più adatte” chiarisce la parlamentare".
L'esponente parlamentare ha raccolto la segnalazione di una studentessa iscritta a Fisciano. "La giovane con Dsa, con cui ho potuto personalmente parlare ha rilevato complicazioni e divergenze di vedute e assenza di uniformità nell'interpretazione di formulari e mappe concettuali, nonché di strumenti materiali volti a facilitare l'apprendimento, la preparazione e la tenuta di un esame, rispetto a quanto proposto ed accettato dal corpo docente. Nell'ultimo periodo e soprattutto in era Covid - afferma preoccupata la parlamentare Angrisani - sono sempre più numerose le notizie di cronaca che testimoniano l'insufficienza delle misure di sostegno nei riguardi dei soggetti, anche universitari, con disturbi dell'apprendimento e certamente la pandemia non può costituire un alibi per le manchevolezze dei soggetti pubblici e di tutti coloro che istituzionalmente devono assicurare il giusto aiuto per le persone che presentano deficit psicofisici tali da pregiudicarne il diritto allo studio".
Non solo. "Proprio per richiamare tutte le istituzioni ai propri doveri, partendo dal Governo - conclude Angrisani - ho deciso di chiedere alla ministra dell'Università, Maria Cristina Messa, se intende evitare il ripetersi di altre situazioni, come quella raccontatami dalla studentessa dell'università di Salerno, e predisporre linee guida più chiare per gli atenei italiani riguardo all'utilizzo di strumenti compensativi destinati agli studenti con Dsa".