“Si fa un gran parlare di lavoro e di provvedimenti e quadri legislativi per affrontare la crisi economica. La pandemia ha stravolto il mondo del lavoro che conoscevamo. La sovra-regolamentazione e i sussidi non rappresentano l’unica risposta che i cittadini e le imprese vogliono per questo motivo abbiamo optato per un voto di astensione e abbiamo proposto una risoluzione alternativa”.Così l'europarlamentare ID/Lega Lucia Vuolo commenta la risoluzione sulla riduzione delle disuguaglianze e sulla povertà lavorativa votata durante la sessione Plenaria del Parlamento europeo dello scorso 10 febbraio 2021.
“Malgrado la relazione di iniziativa della Commissione Ue faccia un resoconto rigoroso della situazione attuale – continua la Vuolo - le proposte che propone prevedono provvedimenti e quadri legislativi europei che potrebbero ingessare il mondo del lavoro non prevedendo una flessibilità che ben si concilierebbe con il quadro socio-pandemico. L'obiettivo 2020 dell’Esecutivo europeo di ridurre di 20 milioni il numero di persone a rischio di povertà entro il 2020 non è stato raggiunto. Motivo? Certamente l’emergenza Coronavirus che, se mal gestita, porterà a ulteriori disastrose conseguenze economiche e sociali sia tra gli Stati Membri sia all’interno dei sistemi nazionali. In Italia se il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione hanno salvaguardato, per ora, il lavoro regolare a tempo indeterminato, a essere sacrificate sono state tutte le altre tipologie di contratto: da quelle a termine alle collaborazioni, passando per le molteplici e fantasiose forme di lavoro previste dalla disciplina del rapporto di lavoro. A conti fatti e secondo i dati Istat, a rimetterci sono stati donne e giovani, che in Italia sono relegati ai contratti più precari. Il rischio è quello di alimentare il mercato del lavoro nero dei senza contratto e senza tutele, pur di avere almeno un’entrata”.