Pazienti trasferiti da Napoli a Salerno, l'affondo della Vuolo

"Ennesimo viaggio della speranza per accontentare il fedele collaboratore del governatore De Luca"

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Salerno.  

Pazienti trasferiti da Napoli a Salerno, la denuncia dell'onorevole Lucia Vuolo in merito alla delibera dell'Asl napoli 1 che autorizza il trasferimento di pazienti cardiopatici dall'ospedale del Mare al nosocomio di Salerno: "La sanità campana non è in grado di garantire livelli di assistenza minimi. Dopo aver creato il reparto per l'amico fedele Coscioni, adesso è il momento di trovargli anche i pazienti" l'affondo dell'europarlamentare della Lega che interviene sulla convenzione stipulata tra l'Azienda sanitaria partenopea e il "Ruggi" di Salerno sulle consulenze cardiochirurgiche affidate a Enrico Coscioni, braccio destro di De Luca per la sanità in Campania.

“I pazienti si curano negli ospedali del proprio territorio, non creando l'ennesimo viaggio della speranza di cui non vi era bisogno. Stavolta però il discorso è più ampio: in questa storia non prevale la meritocrazia ma l'appartenenza politica. In questo modo si mortificano le eccellenze del territorio napoletano, senza parlare dell'aggravio dei costi sulle tasche dell'intera cittadinanza campana per il trasporto dei pazienti. Non si può utilizzare la sanità come strumento per accontentare il primario di un reparto che vale due posti letto, e cercare di indirizzare la domanda sanitaria della Regione come manovra elettorale sulla Provincia di Salerno, che ha già dato prova di non voler essere più incantata dalle promesse della sirena De Luca".

Un'operazione sbagliata per la Vuolo, segno evidente di una realtà ben più drammatica della mera quadratura dei conti: "Se nel 2020 un paziente da Napoli deve recarsi a Salerno per una visita non è segno di efficienza, ma l'esatto contrario. Gli ospedali che sono presenti in Campania vanno potenziati tutti, evitandone di chiuderne altri - ha concluso l'europarlamentare -. così la nostra regione esce dalla fase di criticità dell'offerta sanitaria e non affidando al fedelissimo di turno una convenzione che conferma una precedente operazione politica. Trasportare un paziente cardiopatico da un ospedale all'altro per una distanza di 50 chilometri è un rischio enorme. Prima di portarci addosso l'ennesima tragedia annunciata farei un passo indietro".