Elezioni e legge Severino. Domani il verdetto della Cassazione

Si decide di chi è la competenza sui ricorsi. Cosa accadrà se vince De Luca? Tutte le ipotesi

Salerno.  

Legge Severino ed elezioni regionali. Domani il verdetto della Cassazione decide di chi è la competenza sui ricorsi. Ma quanto influirà realmente sul voto del 31 maggio questa sentenza? E cosa potrebbe accadere dal 1 giugno in caso di vittoria del candidato De Luca?

Giustizia amministrativa o civile. Le sezioni riunite della Cassazione decideranno se la competenza sui ricorsi alla sospensione dalle cariche elettive del candidato governatore della Campania Vincenzo De Luca e del sindaco di Napoli Luigi de Magistris spetta alla giustizia amministrativa o a quella civile.

Il verdetto peserà sul voto di domenica 31 maggio, e gli elettori indecisi che si chiedono che fine farà il loro voto nell'eventualità che il 1 giugno dovesse vincere De Luca in questi giorni non hanno ricevuto in verità molte delucidazioni. Se nel centrosinistra si minimizza e si tende a considerare già superato un problema che è tutto ancora da risolvere, nel centrodestra la legge Severino è la clava con cui si spera di portare a casa qualche preferenza in più.

Nessuno dice cosa accadrebbe davvero in caso di elezione di De Luca alla Regione. Nessuno lo dice perché la materia è spinosa, e la situazione legislativa sulla Severino è ancora fluida, probabilmente destinata a cambiare nel giro di qualche settimana.

Ma cerchiamo di capire meglio come stanno le cose.

Vincenzo De Luca - il candidato del Pd – è stato condannato per abuso d’ufficio quando faceva il sindaco di Salerno. A gennaio il prefetto sospese De Luca per 18 mesi, il Tar della Campania concesse però la sospensiva della sospensione e De Luca ha continuato la sua attività.

Cosa accadrebbe adesso se domani la Cassazione decidesse che sulla materia è il giudice ordinario a dovere esprimersi e non il Tar?

Accadrebbe semplicemente che per De Luca in caso di vittoria non sarà possibile ricorrere al Tar come fece a suo tempo De Magistris, ma a decidere sarebbe un giudice ordinario. 

Fulvio Bonavitacola – deputato e avvocato amministrativista vicino a De Luca spiega: «Come dimostra la Corte d’Appello di Bari non è vero che il Tar reintegra e il giudice ordinario no. C’è un primo tempo che prevede la proclamazione e l’insediamento, e un secondo tempo eventuale che riguarda le questione della Severino: solo in quel caso può essere importante sapere se è il giudice ordinario o quello amministrativo a decidere».

 

Un precedente conforta De Luca. Appena sei mesi fa la Corte d’Appello di Bari ha reintegrato un consigliere regionale, dunque è stato già un giudice ordinario a decidere. Non solo. La legge Severino potrebbe subire qualche "ritocco" già subito dopo le elezioni, senza aspettare la sentenza della Corte Costituzionale prevista per ottobre. Insomma qualcosa si muoverà subito dopo il 31 maggio.

Il primo giugno, in ogni caso, non succederà nulla perché ogni decisione potrà essere presa solo dopo la proclamazione ufficiale da parte dell’ufficio elettorale della Corte di Appello. Orientativamente, servono almeno venti giorni in caso di elezione, De Luca sarà proclamato a metà giugno. Solo in quel momento potrà scattare l’iter per l’applicazione della Severino.

Ma per la legge è lo stesso presidente del consiglio Matteo Renzi a dover accertare la sospensione. La normativa prevede infatti che la cancelleria del tribunale o la segreteria del pubblico ministero comunicano al prefetto di Napoli i «provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione». Il prefetto a sua volta ne «dà immediata comunicazione» al presidente del Consiglio, quindi a Matteo Renzi il quale, «sentiti il ministro per gli Affari regionali e il ministro degli Interni», adotta il provvedimento che accerta la sospensione. Nel frattempo l'interim della Regione Campania sarebbe affidato allo stesso premier.

Dunque se dovesse vincere De Luca, per un tempo che va dai dieci ai venti giorni potrebbe essere lo stesso Renzi a governare ad interim la Campania. Una eventualità che se da un lato rassicura il Pd dall'altro crea non pochi imbarazzi.

 

Soprattutto se nel frattempo si dovesse mettere mano davvero alla Legge Severino, col rischio di essere accusati di prendere provvedimenti ad personam. Da qualsiasi lato la si guardi la vicenda nasconde trappole più o meno pericolose, sia sotto il profilo giudiziario che politico. 

Rossella Strianese