«Non siamo né disonesti né traditori». Lo hanno ribadito a più riprese i cinque ex consiglieri comunali di Baronissi che, con il loro voto favorevole, lunedì hanno contribuito a sfiduciare il sindaco Gianfranco Valiante. Un pensiero sostenuto con forza dai rappresentanti del gruppo “Idea Comune”, Franco Cosimato, Francesco De Simone e Angelo Notari e dagli ex colleghi di maggioranza Agnese Coppola Negri e Livio Maranzano che questa sera hanno tenuto una conferenza stampa. «La nostra storia e integrità non può essere messa in discussione - ha tuonato Cosimato -. In questi anni abbiamo assistito a una completa dissociazione amministrativa rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti e questo ha portato alla sfiducia. L’avevamo fatto presente ma non siamo stati ascoltati, anzi siamo stati presi sotto gamba e il sindaco l’ha pagato. Ma c’è da dire che non siamo stati gli unici. Il rapporto tra sindaco e Consiglio era ormai logoro da tempo e riteniamo che questo distacco ci sia stato anche tra il sindaco e la cittadinanza. Ora sarà la gente a decider il futuro di Baronissi, chi avrà il consenso sarà legittimato a governare».
L’ex consigliera Coppola Negri, inoltre, ha sottolineato come «un altro errore sia stato quello di voler imporre una candidatura a tutti i costi, senza consentire il dialogo vero. Tre mesi di commissariamento non pregiudicheranno la situazione, in quanto gli indirizzi politici sono stati dati e abbiamo validi funzionari per portare avanti la situazione». Pensiero condiviso dal collega Notari che ha rivendicato «la responsabilità nel portare avanti un progetto nonostante le numerose incomprensioni che ci sono state in cinque anni. Le condizioni per arrivare alla sfiducia c’erano già da tempo ma il nostro senso del dovere ci ha spinto ad andare avanti per rispetto dei cittadini. Di contro, però, abbiamo trovato un muro».
A mostrare alcuni dei documenti politici presentati nel corso degli anni è stato l’ex consigliere De Simone. «Avevamo chiesto una verifica politica già ad aprile 2016, poi a novembre 2016, a inizio 2017 e a dicembre 2017. Questo a dimostrazione che, probabilmente, il sindaco farebbe bene a raccontare la verità. E non dare la colpa al nostro gruppo, dipingendoci come i traditori della patria». Maranzano, infine, ha evidenziato come la sfiducia sia arrivata «in Consiglio comunale, il luogo democratico dove poter dimostrare il proprio pensiero». Idee condivise anche sul futuro. «Riteniamo di poter dare il nostro contributo in termini di progetti per la nostra città. Se ci saranno le condizioni per dialogare, lo faremo».