De Mita – Caldoro: storia di un ribaltone. E Bassolino...

Si incontrano dopo due anni l'ex leader Dc e l'ex governatore. Per chiarire una vecchia questione

Nel frattempo Bassolino evidenzia le distanza da Renzi e partecipa all'incontro di Pisapia e Mara Carfagna prepara gli Stati Generali

Non si incontravano da quella famigerata notte del 30 aprile 2015, la notte del cosiddetto “Patto di Marano” che sancì il passaggio dei centristi con De Luca, passaggio che di fatto gli garantì l'elezione a Palazzo Santa Lucia lasciando Caldoro a guidare l'opposizione.

Ora dopo due anni ci ha pensato Enzo Rivellini a rimetterli insieme allo stesso tavolo, ospiti d'eccezione della presentazione del suo libro: Non faccio nomi, solo cognomi.

Al circolo Nautico di Posillipo Caldoro e De Mita per un faccia a faccia da cui emergono i particolari di quel ribaltone e anche qualche retroscena inedito, come il tentativo dei renziani di portare Caldoro dalla loro parte, quasi un anno prima delle elezioni. Invito che Caldoro dice di aver declinato per coerenza. Coerenza che però gli costò la poltrona di governatore per soli due punti, quelli che i centristi si portarono nella squadra di De Luca.

De Mita non nega, ma si tira fuori da quel patto: io non c'ero quella sera, ha detto l'ex presidente. «La decisione di rompere con il centrodestra non fu mia, ma dei consiglieri regionali e dal segretario Cesa».

De Mita: «All’improvviso un personaggio che oltre la politica aveva altre aspirazioni si era agitato per collocare noi in posizione di retroguardia perché lui era di avan-guardia. Quando la mattina lo seppi chiamai Caldoro e dissi «guarda, mi hanno posto una questione non negoziabile, devi scegliere. L’ho avvisato», racconta De Mita.

Alla base di quella scelta c’era quindi un candidato, Pasquale Sommese, che era stato imposto dal centrodestra.

«In quella famosa notte io li ho solo recuperati alla scelta politica».

Ma Caldoro ha un'altra versione: «Quando De Mita mi pose la scelta chiamai i due segretari politici. Ad Alfano dissi che ero anche pronto a mettere quel candidato capolista in Caldoro presidente, ma lui mi rispose “non ti azzardare, è una persona nostra”. Poi mi sentii di chiamare anche Cesa e mi disse, “Stefano deve prevalere il rapporto con Alfano”. Ma De Mita, contava molto di più di Alfano e Cesa e quindi la decisione la prese lui».

E De Mita chiude la questione a modo suo: «Caldoro doveva misurare il rapporto tra quello che lasciava e quello che proteggeva. Non mi pare rilevante poi il suggerimento del ministro dell’Interno: già era molto che faceva il ministro, attribuirgli rilevanza politica mi sembrava e mi sembra esagerato».

E a proposito di ribaltoni e strappi, anche nel Pd qualcuno sta preparando il salto, ed è Antonio Bassolino, che ha annunciato la sua presenza all’assemblea indetta per questo sabato a Roma dall’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

Per ora, però, nessuna adesione formale ma qualcosa che appare un po' più che un semplice attestato di vicinanza e interesse ai percorsi che si aprono a sinistra del Partito democratico. E mentre i dem continuano a scindersi in mille atomi il centrodestra prova a ricompattarsi intorno alla figura di Mara Carfagna al sud.

L'ex ministra di Berlusconi ha promosso la convocazione a Napoli entro un mese degli Stati Generali dei moderati. I senatori di Forza Italia Cosimo Sibilia ed Enzo Fasano plaudono all'iniziativa “che non può essere vista come di contrapposizione al Nord – scrivono - ma una conferma della centralità di Forza Italia nel Mezzogiorno dove, pur non potendo contare su di un alleato radicato e forte come la Lega, continua a raccogliere consensi. Non nascondiamo le difficoltà ma le stesse devono servire per rilanciare l'azione politica sui territori”.