Sembrava fatta. Dopo tre mesi la nomina del commissario alla sanità campana stava per approdare in consiglio dei ministri e il governatore De Luca già si apprestava a rivestire quel ruolo che reclama a gran voce da mesi, da quando il commissario Joseph Polimeni ha lasciato per tornare nella sua Toscana.
La pratica era da tempo sul tavolo di Gentiloni e anche se il ministro Beatrice Lorenzin non era d'accordo, il governo sembrava orientato a rispettare finalmente la norma approvata nell'ultima finanziaria che attribuisce responsabilità dirette al presidente della Regione nel doppio ruolo di governatore e commissario alla sanità.
Ma poi è arrivato il veto. Gli alfaniani di Alternativa Popolare del sud si sono messi di traverso. Se De Luca può diventare commissario allora anche nella Calabria di Oliviero deve valere lo stesso discorso. Solo che in Calabria il commissario alla sanità sta ancora al suo posto.
Il primo a chiedere lo stop è stato il sottosegretario Tonino Gentile, e il ministro Lorenzin, che è espressione degli alfaniani, si guarda bene dal prendere una decisione, lei che non ha mai superato le sue resistenze personali e politiche nei confronti del governatore campano.
Per ora dunque la questione resta congelata. Ma le resistenze nei confronti di De Luca sembrano spuntare anche nel Pd. Renzi, pur avendo stretto un patto di ferro con l'ex sceriffo di Salerno, ha deciso di non pronunciarsi.
Intanto De Luca rimane ostaggio di una contesa politica che si gioca tutta sull'alleanza di governo, ma nel frattempo il danno che si sta arrecando alla sanità campana sta assumendo proporzioni inimmaginabili.
La seconda regione d'Italia per densità di popolazione è senza una guida. Al palo, ci sono decine di atti aziendali e provvedimenti da attuare per la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale . Compresa la rete per l’infarto che dovrebbe partire dal 1° luglio, e le norme per disciplinare i contratti con i centri privati accreditati. Quindi la revisione dei fabbisogni da cui dipende lo stop alle prestazioni che quest'anno si annuncia già a fine agosto. Una cosa è certa. De luca, costretto a districarsi tra formiche nei letti e scandali nei reparti, non resterà fermo davanti al semaforo rosso. E dentro al Pd la grana è già scoppiata.