Durante le elezioni amministrative del 2013 prima e quelle regionali del 2015 poi, ci sarebbe stato un patto politico-mafioso tra l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti e la moglie Monica Paolino con il clan Loreto-Ridotto.
A dirlo sono i giudici della Cassazione che hanno reso note le motivazioni della sentenza che ha portato anche allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del consiglio comunale salernitano.
Accolte dunque le tesi della Dda, in particolare del pm Montemurro, che aveva parlato di un voto di scambio alla coppia in cambio di favori al clan. Per Aliberti e gli altri imputati (tra cui il fratello del sindaco e due esponenti di spicco del sodalizio criminale) non si aprono però le porte del carcere, basta la misura cautelare ai domiciliari.
Redazione Salerno