Pioggia di denunce per l’area Santa Teresa

Le associazioni No Crescent e Italia Nostra chiedono lo stop ai lavori, diffidato anche De Luca

Salerno.  

Denunce e diffide sotto l’albero di Natale del comparto d Santa Teresa. A procedere con gli atti ufficiali sono le associazioni Italia Nostra e No Crescent che hanno depositato sia in Procura che in sede amministrativa la documentazione che il torrente Fusandola non è stato mai spostato. Il presidente di Italia Nostra, Di Leo, e quello pro tempore di No Crescent, Morena, hanno provveduto ad inviare formale diffida anche il presidente della Regione Campania De Luca ed al dirigente del Genio Civile di Salerno, “peraltro nominato da De Luca fra i dipendenti in pensione) di intervenire perché competenti in virtù della normativa a difesa del suolo”.

Il tutto parte dalla diffida nella prosecuzione dei lavori del comparto di Santa Teresa, con la richiesta delle associazioni del blocco dei lavori. Che non è avvenuto con «i dirigenti hanno risposto alle associazioni di non poter adempiere “poichè vi sono indagini in corso da parte degli organi della Magistratura”. – sottolineano Di Leo e Morena - Le associazioni ritenendo tale risposta elusiva dei doveri e delle competenze previste dalla legge e riconosciute dagli stessi dirigenti del demanio, dell’agenzia delle entrate e delle dogane, hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno, chiedendo l’immediato e definitivo sequestro di tutte le opere in corso nel comparto, anche perché è evidente che le ingenti risorse economiche saranno causa solo di danno erariale e sperpero di fondi pubblici».

Nuova richiesta di sequestro del comparto di Santa Teresa, dunque, con i due presidenti che hanno presentato denuncia nei confronti del direttore agenzia Demanio regionale, del direttore Agenzia Entrate e del direttore agenzia Dogane. «L’usurpazione del demanio, a seguito di realizzazione d’opere su beni inalienabili comportando l’insanabilità delle stesse e la conseguente demolizione determina sperpero di fondi pubblici e danni ambientali. – riprendono i due presidenti - Si tratta di fondi pubblici comunitari impropriamente utilizzati con l’alibi della messa in sicurezza».

 

Redazione