"De Luca va sospeso", i legali 5 Stelle tornano all’attacco

Agosto e Marchese rileggono la sentenza della Corte Costituzionale: “Resta un abusivo”

Salerno.  

“Il governatore De Luca va comunque sospeso”, ritornano all’attacco Stefania Marchese e Oreste Agosto che nel procedimento alla Corte Costituzionale contro il presidente della Regione Campania erano i legali di Valeria Ciarambino e dei consiglieri regionali 5 Stelle. «L’assoluzione, poiché intervenuta successivamente all’investitura della carica ed in assenza che il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di Renzi producesse gli effetti sospensivi, non rileva sul decorso temporale dei 18 mesi previsti ex lege Severino ed attendiamo quindi che tale sospensione operi”, affermano i due legali salernitani. In buona sostanza, la carica di governatore De Luca dovrebbe essere comunque “congelata”, nonostante il “contendere” sia decaduto sia in appello e, successivamente in Cassazione.

Ma i legali Marchese ed Agosto si soffermano su quella che è stata la sentenza della Corte Costituzionale. «La sentenza della Corte costituzionale sulla questione della legge Severino sollevata da De Luca sconfessa clamorosamente il Governatore. – riprendono i due legali - Tutti i dubbi sollevati da De Luca ed enfatizzati più volte dai mass media, sono stati definitivamente fugati della sentenza della Consulta numero 276 del 16 dicembre». Da qui, passo passo, si arriva alla classica lettura delle carte della sentenza. Ad iniziare dall’eccesso di delega. «La sospensione dalla carica, in particolare, risponde ad esigenze proprie della funzione amministrativa e della pubblica amministrazione presso il cui il soggetto colpito presta servizio, e, trattandosi di sospensione, costituisce misura sicuramente cautelare».

Fino ad arrivare alla disparità di trattamento con i parlamentari. «La commissione di reati che offendono la pubblica amministrazione può infatti rischiare di minarne l’immagine e la credibilità e di inquinarne l’azione in modo particolarmente incisivo al livello degli enti regionali e locali, per la prossimità dei cittadini al tessuto istituzionale locale e la diffusività del fenomeno di tale ambito. Va sottolineato che parte di funzioni dei consiglieri regionali riguarda attività di natura amministrativa che giustifica un trattamento di maggiore severità, per le condanne dei reati contro la pubblica amministrazione».

 

Redazione