Cantone e la Corte dei Conti su Babbo Natale

L’opposizione invia una informativa, dubbi sulla legittimità della delibera: «E’ solo business»

Celano, Zitarosa e Russomando vanno giù duro sull’associazione e svelano dei retroscena: «Nessun ritorno sociale per la città di Salerno”

Salerno.  

Su Babbo Natale l’ombra di Raffaele Cantone, ma anche della Corte dei Conti. Le minacce dell’opposizione di andare al dunque sul Villaggio di Babbo Natale di prossima apertura, venerdì sera, all’ex Salid, ha condotto direttamente ad un esposto sia alla Procura della Corte dei Conti che al presidente dell’Anac. Ma soprattutto al sindaco Napoli e al segretario generale Menna, con i firmatari che sono Roberto Celano e Giuseppe Zitarosa di Forza Italia e Ciro Russomando di Attiva Salerno. In particolare sulle anomalie riscontrate dalla delibera di Giunta dello scorso 27 ottobre “con cui l’Amministrazione autorizza l’Associazione Innova Salerno all’occupazione di suolo pubblico a cura del Settore Attività Produttive, riconoscendone, a parere degli scriventi, inopinati vantaggi. – scrivono i tre consiglieri - L’Associazione “Innova Salerno”, rappresentata dalla signora Francese Alessandra, candidata a sostegno del Sindaco di Salerno nell’ultima tornata elettorale (e congiunta del rappresentante di una cooperativa sociale che “gode” di affidamenti diretti dal Comune) ha presentato dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate il 22 settembre 2016 e già il giorno dopo, 23 settembre 2016, ha protocollato il progetto “Il Villaggio di Babbo Natale”. Il Comune, con una celerità inusuale, ha esaminato la proposta “imprenditoriale” ed ha concesso, senza alcuna gara ad evidenza pubblica, alla suddetta Associazione l’utilizzo del Parco ex area Salid. Il Comune ha concesso, altresì, l’utilizzo gratuito per l’intero periodo dell’Antica Fornace e si è “impegnato” a fornire gratuitamente l’energia elettrica il cui costo per le attività programmate si presume alquanto esoso”.

Tra l’altro, parte dell’esposto è stato fortemente criticato, ed anche bocciato, in Commissione “Annona” (guarda qui). Tra l’altro, i tre consiglieri hanno riportato anche i costi degli stand, oltre che del tagliando d’entrata, nel Villaggio. “Si evince, dunque, che si tratta di un business di qualche centinaia di migliaia di euro da cui è difficile comprendere il ritorno sociale per la città. – scrivono -  Il “Villaggio di Babbo Natale” si sarebbe potuto realizzare “a seguito di un concorso di idee e di un bando per la concessione degli spazi (come avviene in ogni “normale” città italiana) in modo che il Comune avrebbe potuto introitare risorse da utilizzare nella carente manutenzione, per le politiche sociali e per ridurre l’incresciosa tassazione. Si dubita fortemente sulla legittimità dell’esposizione diretta di spazi pubblici (senza gara) e della gestione ad altro Ente senza introiti per il Comune, perfino della pubblicità in un parco pubblico”.

 

Redazione