Passo indietro, ma a modo suo. Il governatore De Luca presenta formali scuse a Rosy Bindi dopo aver scatenato un autentico putiferio all’interno del suo partito. Tutti, o quasi, contro, con l’unica mano tesa, qualora ne avesse avuto bisogno, che è arrivata direttamente dal premier Renzi. Ospite a “Otto e Mezzo”, il presidente del Consiglia indicava la retta via al governatore: «Vincenzo De Luca ha detto delle cose profondamente sbagliate e gliel’abbiamo detto. – affermava Renzi – Ma non lo si può accostare alla mafia. Credo che Enzo De Luca debba chiedere scusa a Rosy Bindi per la frase del tutto inaccettabile che ha detto. E’ una frase indifendibile ma il governatore è un campione della lotta all’illegalità e alla camorra nel suo territorio».
Scuse che arrivano quasi in simultanea dal profilo social del presidente della Campania, in quella che sembra essere una vera e propria comunione di pensieri. «Credo di aver chiarito la mia posizione mezz'ora dopo, esprimendo il mio rispetto per l'onorevole Bindi. – scrive il presidente - E tuttavia, qui e lì, c'è chi continua l'opera di strumentalizzazione. È del tutto evidente che le mie parole, presentate così come sono state presentate, erano obiettivamente inaccettabili e obbligavano a chiedere scusa. Cosa che ho fatto e che faccio. Ho chiarito il contesto, credo di non avere più nulla da aggiungere».
Parole inaccettabili ma che fanno parte del vocabolario dell’ex sindaco. “Da ucciderla” l’espressione, molto similare all’anatema inviata via etere qualche tempo fa ai 5 Stelle Di Maio, Di Battista e Figo, scatenando uguali polemiche. «L’espressione vai a morire ammazzato che immaginavo fosse un’espressione di folclore abbiamo imparato che in realtà è una grave minaccia. – affermava nel pomeriggio in tv - Non un’espressione di gergo ma un programma d’azione”. Come dire, scuse ma sempre a suo modo. De Luca non si smentisce mai.
anro