De Luca non si riconosce, querela a Matrix

L’intervista su Canale 5 in seconda serata nella bufera, il governatore: «Nessuna domanda sulla Bindi»

Salerno.  

Avrà pensato “maledetto Matrix”, per l’ennesimo polverone che si è alzato. Il governatore minaccia querele alla trasmissione di Canale 5 della seconda serata del mercoledì. «Ci ritroviamo di fronte all'ennesimo atto di delinquenza giornalistica. – la dichiarazione di De Luca sul suo profilo social -  Chiarisco che nell’intervista che ieri ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l’onorevole Bindi. Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l'ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo. Verificheremo con l'ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda – grave – di un anno fa è chiusa. Non c'era e non c'è alcun problema con l'On. Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione».

De Luca di nuovo faccia a faccia con Rosy Bindi, trascinato da un improponibile paragone di Sgarbi che lo paragonava al neo presidente Usa Trump mentre il competitor alla Casa Bianca Clinton Rosy Bindi. Un paragone che ha suscitato l’ilarità del governatore che, nel servizio di Suber, lo annoverava fra i politici “scorretti” della sinistra. Secondo quanto riportato dal sito La Repubblica, da qui l’attacco partito al presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, che un anno e mezzo fa, alla vigilia delle elezioni regionali, inserì il suo nome tra gli “impresentabili” per via di una condanna in primo grado. “Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1.5- 2 per cento di voti. Atti di delinquenza politica. E non c’entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi”. Una vicenda per la quale De Luca è stato poi assolto in appello.

 

Redazione