Rinegoziare il contratto di locazione del Parco Fotovoltaico di Monte di Eboli: è questa la richiesta con un’interrogazione inviata al sindaco Napoli del consigliere di “Salerno di Tutti”, Gianpaolo Lambiase. Un’interpellanza corredata anche dell’atto ministeriale del parlamentare di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, presentato lo scorso 24 ottobre alla Camera e indirizzato al Ministero dello Sviluppo Economico.
“Sollecito ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Salerno a rinegoziare il “canone d’affitto” con la società che oggi gestiste il Parco Fotovoltaico di Monte di Eboli. – scrive Lambiase - L’impianto può produrre una quantità d’energia da sola in grado di azzerare i costi di consumo dell'intera rete cittadina di pubblica illuminazione. Il ritorno economico per il privato è altissimo, mentre è risibile per il Comune di Salerno”. Una richiesta secca e decisa di una storia nota da tempo, con la stessa ripercorsa dal parlamentare di Sinistra Italiana nell’atto presentato lo scorso ottobre. Nell’interrogazione, infatti, si legge che l’impianto di Monte d’Eboli, realizzato “su aree di proprietà del comune di Salerno, ma site sul territorio del comune di Eboli, è il terzo per dimensioni sul territorio italiano. – si legge nell’atto presentato da Scotto - Esso può produrre 24 megawatt, una quantità d’energia da sola in grado di azzerare i costi di consumo dell'intera rete cittadina di pubblica illuminazione; la realizzazione e la gestione di quest’importante opera pubblica, tuttavia, destano numerose perplessità; nel 2010, il comune di Salerno avviò la procedura di gara diretta all'individuazione del soggetto a cui affidare la realizzazione e la gestione del parco”.
Un’attenta analisi anche dei costi e dei ricavi stimati in 73 milioni per la realizzazione e 13 d’eventuali ricavi. Da qui la richiesta del parlamentare: “Se il Governo, alla luce di quanto descritto in premessa, non ritenga di assumere iniziative normative per rivedere la disciplina in materia d’incentivi statali sulla produzione d’energie rinnovabili per evitare situazioni come quella descritta in premessa in cui l'adeguatezza dei ricavi della gestione privata non corrisponde affatto a quella della proprietà pubblica dell'impianto”. Ora tocca al Comune di Salerno rispondere.
Redazione