Caso Mastursi, la difesa del giudice

La Scognamiglio davanti al gup di Roma, Manna non poteva sapere l’esito della sospensione

Sull’intercettazione il magistrato conferma la linea, il nulla osta era riferito alla preiscrizione del figlio

Salerno.  

Il marito Guglielmo Manna non poteva sapere della sospensione della sospensiva Severino a carico del governatore De Luca perché la decisione era collegiale e non monocratica. Da questa precisazione parte la difesa del giudice Anna Scognamiglio, ex togato del Tribunale Civile di Napoli trasferito a Napoli Nord a seguito dell’inchiesta che ha creato imbarazzi nelle istituzioni regionali. Tanto che a finire nelle maglie delle indagini cadde anche Carmelo Mastursi, all’epoca dei fatti segretario politico del governatore De Luca. Ieri mattina udienza a porte chiuse davanti al gup Passamonti con il giudice partenopeo che si è sottoposto alle domande del collega, ribadendo che mai nella sua vita coniugale aveva mischiato il lavoro con la famiglia.

Insomma, il marito Gugliemo Manna non poteva conoscere nel dettaglio i casi affidati alla moglie. Tra l’altro il giudice Scognamiglio si è soffermato anche sulla famosa intercettazione del 17 luglio dello scorso anno con il marito Manna. La frase “abbiamo il nulla osta” è riferito all’ok della prescrizione scolastica del primo figlio, come sempre sostenuto, e non alla sospensiva di De Luca. Come si ricorderà è stato questo un caso che ha fatto tremare i vertici regionali, iniziato con l’avvicinamento del marito del giudice Scognamiglio, l’avvocato Guglielmo Manna, al capostaff del governatore Mastursi. In cambio di una nomina nell’Asl, l’avvocato avrebbe offerto delle informazioni top secret sul procedimento che riguardava appunto il governatore De Luca.

Da qui il tentativo di raggiungere una sorta di patto, con il Manna che puntava alla presenza della moglie giudice nel collegio che avrebbe dovuto decidere sulla sospensione della Severino sul governatore della Campania. Un caso esploso all’improvviso con lo stesso Mastursi a rassegnare le dimissioni dall’incarico politico nella segreteria dell’ex sindaco, non senza le polemiche dell’opposizione e in particolare dei 5 Stelle. Alla fine per tutti l’accusa di concussione per induzione con le udienze in fase preliminare di questi giorni che stanno entrando nel vivo. Oltre Scognamiglio, Manna e Mastursi gli imputati sono anche Brancaccio, Vetrano e Poziello

 

Redazione