Un faccia a faccia durato quasi tre ore, con le parti restate sulle proprie posizioni. Un confronto dialettico a colpi di codici, leggi e circolari, con l’atmosfera nella sala delle commissioni che era a dir poco tesa. Oltre i 18 commissari della Commissione Trasparenza presieduta da Antonio Cammarota c’erano anche altri consiglieri, di maggioranza e d’opposizione, che hanno assistito al confronto in commissione con il segretario generale Ornella Menna e con il dirigente di Affari Generali, Tommaso Esposito.
Alla fine della discussione, comunque, sarà determinante il nuovo parere richiesto al Viminale in tempi urgentissimi, per conoscere se il Comune di Salerno era già a norma sul fronte delle indennità di servizio ai consiglieri comunali prima della determina firmata dal dirigente Esposito. Un atto, quest’ultimo, che secondo il dirigente di settore era dovuto ma che, secondo i consiglieri, non teneva conto di un adeguamento già avvenuto nelle precedenti consiliature. E ad avvalorare la tesi c’è stata anche Ornella Menna che, in rafforzamento all’atto firmato da Tommaso Esposito, ha recitato l’articolo 5 della circolare ministeriale definita “Bianco”.
Una tesi, a sua volta, contrastata dai consiglieri, visto che la stessa circolare si ritroverebbe in antitesi con quanto deciso dal Testo Unico Enti Locali (Tuel), dove è regolarizzato quanto percepire. In definitiva, un consigliere non può percepire più di un quarto di quanto spetti al sindaco. Nel frattempo, sfuma la possibilità di un ricorso al Capo dello Stato da parte dei consiglieri comunali. Nel caso, rischierebbero concretamente di essere dichiarati incompatibili. La strada possibile sarebbe una formale diffida con ricorso al Tar per la nomina di un commissario ad acta che sarebbe chiamato a redimere nei fatti la controversia amministrativa. Per il momento, comunque, si resta in una situazione cristallizzata nell’attesa del secondo parere dal Ministero dell’Interno.
Antonio Roma