De Luca lancia l’allarme sul Referendum Costituzionale

Il governatore critico: «Speravo in un dibattito politico costruttivo, così rischiamo grosso»

La riforma per snellire la burocrazia: «Basta un ricorso di un sedicente comitato che tutto si blocca»

Salerno.  

Sul Referendum del prossimo 4 dicembre si esprime anche il governatore De Luca che, con la vittoria del Si punta alla sburocratizzazione del Paese. Lo ha fatto a margine della sua partecipazione all’assemblea di Confindustria. «L’Italia, in queste condizioni, non può sopravvivere. – ha affermato il presidente della Regione - Se la sfida del referendum non va come deve andare non si sburocratizzerà il Paese, così come rimarrà irrisolto il problema del rapporto tra istituzioni e sistema giudiziario, con il permanere della frantumazione dei poteri. Bisogna ricostruire il Paese, proprio come avvenuto nel dopoguerra. Abbiamo conosciuto cose interessanti come il jobs act ma il contesto generale rimane pesante».

E proprio la sburocratizzazione è uno dei passi più sentiti dall’ex sindaco di Salerno. Un passaggio che ha sempre rimarcato anche quando sedeva allo scranno più alto di Palazzo Guerra. «Qui non si può investire, non si può fare ricerca, non ci si può dedicare alla trasformazione urbana. – riprende - La palude burocratica – amministrativa è il principale intoppo allo sviluppo del Paese. Per sburocratizzare, ad esempio, faremo una nuova legge per i consorzi Asi, così non servono e possono essere sciolti. In Italia esistono comitati per la protezione della cinciallegra e del platano, non si pensa alla vera trasformazione urbana. Basta un ricorso di un sedicente comitato che tutto si blocca». Il riferimento è diretto e in particolare rivolto a quanto accade ancora nel comparto di Santa Teresa, a due passi dal Teatro Verdi dove De Luca si è intrattenuto con i vertici di Confindustria.

«Il clima in Italia rimane pesante. – conclude – Speravo che il referendum potesse segnare una svolta nel dibattito pubblico del nostro Paese, con una spinta su temi essenziali che riguardano lo sviluppo e i problemi che frenano questo sviluppo. Invece, vedo un dibattito frantumato, distratto, segnato da esigenze di politica politicante. Con le nostre criticità si può reggere un anno, poi alla lunga, ci saranno esplosioni o d’autoritarismo o frantumazione sociale che non riesci più a governare».

 

Redazione