“E adesso cosa facciamo con la determina?” Sarà questa la domanda che questa mattina i commissari della Commissione Trasparenza presieduta da Antonio Cammarota e dal vice Ermanno Guerra, porranno al segretario generale Ornella Menna e al dirigente Tommaso Esposito. E soprattutto se la contestata determina dirigenziale possa essere sospesa in autotutela. E’ il giorno del faccia a faccia, se dovesse avvenire, con la segretaria generale attesa al terzo piano per quello che sarà l’ennesimo confronto sulla determina della discordia. E, in particolare, sulla risposta del Viminale, con Ornella Menna che, ancora una volta, ribadirà di aver richiesto un nuovo consulto al Ministero dell’Interno, visto che il primo non sarebbe d’interpretazione certa.
Non per i consiglieri comunali che puntano su quanto riportato nella seconda pagina del parere ministeriale firmato da Carmen Perrotta. In particolare sul passaggio citato testualmente…“Successivamente le modifiche apportate dall’art. 76, comma 3, del Decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 all’art. 82, comma 11, del citato decreto legislativo n. 267/2000 hanno del tutto eliminato la possibilità per gli enti locali di disporre incrementi o diminuzione degli emolumenti in questione”. E tra le contestazioni che sarebbero mosse anche il perché il parere non sia stato chiesto prima al Ministero, per poi decidere di adottare la determina dirigenziale. E soprattutto perché non chiedere un consiglio preventivo all’Avvocatura comunale, con sede proprio al terzo piano di Palazzo Guerra.
Che possa esservi un clima teso è indubbio, anche perché sono scaduti sabato scorso i termini per un eventuale ricorso al Tar. Ma non per quello al Capo dello Stato, i cui termini di presentazione sono nell’ambito dei 120 giorni. Una minaccia che rischierebbe di minare ulteriormente i delicati equilibri nel governo cittadino a Palazzo Guerra.
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