Per Raffaele Cantone, il Comune di Salerno non avrebbe eseguito “puntuali verifiche e controlli sull’operato del gestore né ha cercato soluzioni alternative”. Per l’Anac, il Comune, pur consapevole di non avere una frazione organica pura, da cui produrre compost di qualità e biogas di rilievo, non avrebbe fatto nulla per migliorare la frazione organica della raccolta differenziata.
Insomma, è imputato al Comune di Salerno di non aver avviato “una nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini mirante a far assumere comportamenti più efficaci nella separazione e raccolta della frazione organica, al fine di elevarne la qualità e la purezza”. Secondo le ipotesi dell’Anac, da Palazzo Guerra non si sarebbe fatto nulla “per limitare gli extracosti per lo smaltimento dei sovvalli e del percolato in quantità eccedenti all’ordinario”.
E dire che una campagna di sensibilizzazione era stata annunciata, con tanto di conferenza stampa, per coinvolgere la cittadinanza e cercando di veicolare il messaggio nelle scuole. Una campagna di sensibilizzazione che, al momento, sarebbe in embrione anche con la nuova amministrazione. Secondo gli ispettori, l’organico era impuro addirittura al 45%, ben sopra il limite consentito. Quella che, in definitiva avrebbe compromesso l’uso ottimale dell’impianto di via De Luca.
Una quarantina di pagine che fanno a pezzi il “modello Salerno” sulla raccolta differenziata e che lancia ipotesi inquietanti. Tanto che, com’è nota, la relazione degli ispettori dell’Anac intervenuti su sollecitazione dell’ex assessore regionale all’Ambiente Romano sugli elevati costi di gestione, è stata trasmessa pari pari alla Procura della Repubblica ed eventualmente alla Procura della Corte dei Conti “per gli aspetti di competenza”. Nel dettaglio i costi di gestione che, nel rapporto dettagliato della relazione ispettiva “sono da riferirsi allo smaltimento dei cosiddetti “sovvalli” e percolati, ovvero i residui di lavorazione; tali costi sono “aggiuntivi” rispetto a quelli di una gestione ordinaria e pertanto non andrebbero computati, quantomeno non in tale entità, nella valutazione degli importi elementari che compongono quello complessivo posto a base di gara per la gestione”. Ed è quello che, alla fine si chiede di verificare alla Procura della Corte dei Conti.
Redazione