Piccole medie imprese, numeri negativi per la Campania

Piccolo (Confindustria Salerno): il Covid ha interrotto il processo di crescita

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Salerno.  

Il gruppo Piccola Industria di Confindustria Campania ha realizzato il “Rapporto Pmi Campania 2020”* allo scopo di analizzare l’impatto del Covid sulla composizione strutturale e sulla condizione economica e finanziaria del sistema produttivo regionale. In Campania il 99,4% delle imprese sono PMI (piccole e medie industrie) che occupano il 75% dei lavoratori presenti in regione.

Questa proporzione si riflette anche per il tessuto produttivo della provincia di Salerno che registra quasi 120mila aziende presenti sul territorio e attive in numerosi settori merceologici (terziario, metalmeccanico, agro-alimentare, chimico-plastico, alberghi, design, risorsa mare e trasporti, grafica, sanità e costruzioni). Numeri resi noti da Confindustria. 

"Il Covid - sottolinea Lina Piccolo, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Salerno - ha interrotto la crescita delle piccole e medie aziende. Si registrano perdite di ricavi e il conseguente aumento di fatture inevase, il raddoppio delle imprese a rischio per il sistema bancario e un dato sulla disoccupazione nella provincia di Salerno ben al di sopra della media nazionale del 17%. Queste cifre rendono ancora più urgente un utilizzo ragionato e ben finalizzato dei fondi del Piano di Rilancio Europeo (Next Generation EU). E’ un’occasione imperdibile per il nostro Paese che non può essere sprecata, non solo per le aziende, ma per l’intero sistema economico e sociale".

Le previsioni del Centro Studi Confindustria stimano che a causa del Covid il Pil dovrebbe registrare una riduzione tra il 9 e 10%. Questo dato desta particolare preoccupazione anche per gli effetti negativi sul tasso di occupazione in provincia di Salerno che alla fine del 2019 si attestato al 44,9%. Sul fronte degli impieghi creditizi delle imprese, un ruolo positivo è stato svolto nel 2020 dalle misure a sostegno della liquidità previsti come azioni anticrisi durante l’emergenza sanitaria. A Salerno, infatti, su 17,8 miliardi di euro depositati sono 14,3 quelli che sono stati reinvestiti sul territorio provinciale.

"D’altra parte, crea allarme la perdita di ricavi stimata per molte PMI nel 2020 superiore al 25% con fatture inevase per oltre il 50% per tutto il periodo del lockdown. L’impatto del Covid porterà al raddoppio delle PMI considerate “a rischio” per il sistema bancario e determinerà il dimezzarsi delle imprese “sicure”. Questo aumento del rischio sarà asimmetrico, concentrandosi sui settori dell’industria, dei servizi e delle costruzioni. I punti di debolezza che connotano il territorio salernitano sono una Pubblica Amministrazione non sempre efficiente, i tentativi di infiltrazioni criminali in alcuni settori e i pagamenti ritardati della PA ai propri clienti", si sottolinea nella nota.

"A questi si aggiungono una serie di criticità da superare, come l’esigenza di potenziamento della banda larga e della dotazione infrastrutturale, vaste aree interne da valorizzare adeguatamente. I principali punti di forza del tessuto produttivo salernitano sono rintracciabili nello scalo portuale della città, nella presenza dell’Ateneo salernitano e nell’enorme patrimonio turistico e culturale a disposizione. In tale contesto, a livello provinciale, sarà necessario cogliere le opportunità offerte da una forte vocazione all’export, dallo sviluppo di sinergie tra imprese e startup grazie alla presenza di importanti incubatori, dalla rilevanza assunta dalla filiera agroalimentare salernitana", il monito degli industriali salernitani.