Pasqua amara per i centri commerciali "Fabbrica" e "Cotoniere"

Le accuse della Csa sul pagamento degli stipendi, ma le vertenze sono ereditate dal passato

Salerno.  

"Pasqua amara per dipendenti che lavorano all'interno dei centri commerciali “La Fabbrica” e "Le Cotoniere": per i primi solo 500 euro di acconto, per gli altri nessun bonifico dall'azienda che ha acquisito l'appalto". Comincia così la nota a firma di Angelo Rispoli, della Fiadel provinciale, in merito ai due maximall salernitani di proprietà della famiglia Lettieri. Rispoli ricorda che l'attuale management "è estranea alle vicende, ma dopo aver ricevuto le varianti dal Comune di Salerno dopo i centri commerciali hanno attuato lo stesso metodo di Ponzio Pilato. Ora paghino ancora per mettere tutto a tacere", il monito dell'esponente sindacale.

Acconto di 500 euro per i lavoratori de La Fabbrica, mentre per gli operati de Le Cotoniere "la nuova società subentrata, la Cizet, non ha ritenuto di fare nemmeno quello. Si tratta di una vergogna senza fine", ha detto Angelo Rispoli, segretario generale della Fiadel provinciale. Immancabile la stoccata alla famiglia Lettieri, proprietaria dei centri commerciali dove sono impiegati i lavoratori. "Questi imprenditori giocano sul filo degli equivoci e dell'italiano. Dunque ora sarò ancora più chiaro. I lavoratori non dipendono dai Lettieri, che però per questione di opportunità si è rivelato come Ponzio Pilato per restare in tema pasquale. Questi imprenditori hanno ricevuto dal Comune di Salerno l'ok a delle varianti per poter costruire queste strutture", il durissimo atto d'accusa.

In particolare, "su Le Cotoniere i patti erano chiari: riconversione dell'area a patto di tutelare i dipendenti. Questo non sta accadendo - denuncia Rispoli - . Non si tratta di bugie, poiché è tutto suffragato dagli atti. Adesso la famiglia Lettieri, con i potenti mezzi economici, può zittire le voci dei sindacati continuando a pagare migliaia di euro di pubblicità ai mezzi di informazione in cambio del silenzio sulle questioni sindacali che, seppur non li riguardano personalmente per un gioco poco deontologico su società e gestioni, lo pongono agli occhi dell'opinione pubblica come una persona che non ha rispettato i patti che ha preso con esponenti di una pubblica amministrazione come il Comune di Salerno e dunque dello Stato. Niente di illegale, ci mancherebbe. Ma così si dimostra che a vincere è sempre il più forte e i deboli sono costretti a soccombere".