Meno burocrazia, meno leggi, più investimenti in infrastruttura e sicurezza del territorio: sono queste le richieste avanzate dal presidente nazionale di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi, a margine della quinta Assemblea nazionale della Cepi (Confederazione europea delle piccole imprese).
«In Italia – ha dichiarato il presidente Lombardi nel suo intervento – abbiamo ormai, tra leggi nazionali, regionali e comunali, tra le 150 e le 160mila leggi in vigore. Tutto ciò si traduce per le imprese in una burocrazia pachidermica: sfido chiunque ad applicare e a rendere efficiente un sistema così. I Testi Unici, come ci insegna la recente e traumatica esperienza del Codice degli Appalti, nascono per semplificare ma si traducono in ulteriori complicazioni spesso con effetti paralizzanti sul sistema economico. Tanto per dare un’idea ed un termine di paragone: in Gran Bretagna sopravvivono con 3000 leggi; in Germania le leggi in vigore sono 5500 e in Francia 7000. Occorre una sburocratizzazione ed una semplificazione vera se vogliamo rimettere in moto davvero l’economia di questo Paese».
Nel suo intervento il presidente Lombardi si è lungamente soffermato sulla necessità di riavviare un programma pluriennale di investimenti pubblici per l’ammodernamento e l’efficientamento delle infrastrutture materiali e immateriali, per la messa in sicurezza del territorio sia contro il dissesto idrogeologico, sia contro il rischio sismico.
Su proposta di FederCepi Costruzioni, inoltre, la Confederazione europea delle piccole imprese si doterà di un Ufficio Studi per verificare ed analizzare l’impatto economico-sociale di tutti i provvedimenti normativi che saranno adottati.
La quinta Assemblea di Cepi è stata focalizzata sulla Microimpresa "cuore pulsante dell'Italia e dell'Europa", che, ha dichiarato il presidente nazionale Rolando Marciano, «deve essere sostenuta attraverso un cambiamento nella rappresentanza»
Redazione Sa