E' stata approvata alla Camera la riforma dei Parchi. Una riforma che unisce la tutela dell'ambiente allo sviluppo sostenibile. E impone il divieto di trivellazioni, semplificando per il controllo paesaggistico norme molto importanti anche per il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Sulla normativa è intervenuto l'eponente del Pd, Tino Iannuzzi.
"Esprimo profonda soddisfazione per l'approvazione a larga maggioranza da parte della Camera, in seconda lettura e con modifiche, della Riforma della legge 394/1991 sulle aree protette, per le molteplici ragioni che ho motivato nella dichiarazione di voto finale per conto del Gruppo del PD.
E' un provvedimento che migliora, su tutte le questione aperte, la normativa vigente, sulla base di una chiara filosofia di fondo che unisce la tutela e la salvaguardia di ambiente, natura e paesaggio con la promozione dello sviluppo sostenibile e ecocompatibile a misura d'Uomo delle aree protette. Un provvedimento importante per tanti profili profili per il Parco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
E' difatti prevista, con l'approvazione di un mio emendamento, la fiscalità di vantaggio nei Parchi, istituendo un apposito e stabile capitolo annuale nel bilancio dello Stato, con un primo stanziamento di 500.000 euro, per sostenere iniziative per lo sviluppo economico e sociale. E' introdotto nei Parchi e nelle relative aree contigue il divieto di ricerca, prospezione, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi, precludendo così in tali territori nuove ricerche e nuove trivellazioni petrolifere. Una norma questa inserita grazie ad un emendamento presentato da me e dalla Collega Capozzolo e sottoscritto da Ermete Realacci, Simone Valiante e tutto il Gruppo PD in Commissione Ambiente.
Si razionalizza e semplifica il controllo paesaggistico nelle zone protette, con il riconoscimento al Piano del Parco della valenza ed efficacia di Piano paesaggistico, su cui dovranno essere acquisiti la VAS ed il parere vincolante del MIBACT. Approvato con la procedura prevista il Piano del Parco, la competenza per il controllo paesistico sui diversi interventi viene unificata in capo all'Ente Parco. Si pone così fine all'attuale ed irragionevole duplicazione fra nulla-osta del Parco e parere della Soprintendenza, fonte di tanti ritardi e decisioni contrastanti che hanno finito per paralizzare e bloccare tanti interventi, spesso di piccola entità ma importanti, proposti da agricoltori, allevatori e piccoli operatori turistici, con effetti negativi per la economia del territorio.
Sono stanziati 30 milioni di euro per il piano triennale di investimenti nei Parchi ed altri 3 milioni di euro annui per le aree marine protette. Si snellisce e si rende più funzionale e agile la governance dei Parchi, per assicurarne una amministrazione più efficiente, non più appesantita da farraginosità burocratiche. Si assicura una adeguata partecipazione delle Comunità locali negli organi del Parco, proprio al fine di consentire giustamente un ruolo attivo dei Comuni e delle popolazioni nella programmazione del Parco e delle sue attività.
La Riforma esprime una idea di centralità dei Parchi nelle politiche del Paese, considera la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente come asset fondamentale per lo sviluppo, da' voce a quell'Italia profonda, che accomuna Parchi e Piccoli Comuni, che tiene insieme storia, tradizioni, cultura, bellezze del paesaggio e della natura con innovazione, tecnologie, green economy, valorizzazione delle biodiversità, nuovi saperi e nuove frontiere dell'amministrazione; una Italia orgogliosa, con forte senso della comunità che, puntando sulle sue vocazioni naturali e sulle sue qualità più autentiche, è pronta a vincere la sfida della competizione nel mercato globale e lavora con fiducia e speranza per il suo futuro.
Ci sono ora tutte le condizioni al Senato della Repubblica per la rapida e definitiva approvazione della legge".