Immobili comunali, nuova tentazione per la vendita

Da Palazzo Guerra si valuta l’ipotesi di un nuovo Piano di Alienazione, l’ultima volta fu un flop

Salerno.  

Pochi trasferimenti statali, quasi nulli, casse in affanno e la Legge lo permette. Il Comune di Salerno potrebbe ritentarci a far cassa con la promozione di vendita d’alcuni beni immobili in proprio possesso. Una manovra la cui approvazione è chiamata a passare, necessariamente, dal Consiglio comunale. Il condizionale è, però, d’obbligo, visto che le valutazioni dagli uffici preposti sono ancora in fase di partenza. Ma la necessità di fare cassa resta forte e che potrebbe far rompere gli indugi ed avviare almeno un tentativo. Insomma, da Palazzo Guerra si pensa ad un nuovo Piano di Alienazioni così come fatto lo scorso anno, ma con pochi risultati apprezzabili, tanto da abbandonare la strada. Del resto nel bando di vendita del novembre scorso, fu incassato meno di un milione d’euro a fronte dei quasi 5 d’eventuale introito per gli immobili posti in vendita.

Un bando che in ogni modo fece notizia, con la vendita della storica sede di Spazio Donna in piazza Vittorio Veneto non senza polemiche. Ma anche i due immobili che ospitavano la Croce Rossa in via La Mennolella. Per il resto flop sul bando che comprendeva 25 immobili posti in vendita dal Comune di Salerno con la lista che includeva 17 negozi o locali terranei, 7 appartamenti ed un fondo agricolo in località Cupa Siglia. Il patrimonio immobiliare resta comunque corposo. Tra questi ci sarebbe il locale dove ora è situata l’associazione Bottega San Lazzaro in Largo Barbuti ma anche gli appartamenti che attualmente ospitano un ufficio del settore Politiche Sociali del Comune di Salerno e, nel dettaglio, il segretariato sociale di via Paolo De Granita. Ed ancora un appartamento in via Diaz 18, quello che un tempo fa ospitò la scuola media De Filippis e che ha formato generazioni di giovani salernitani.

Sicuramente si ritenterà per la fattoria Monte di Eboli che rappresenta un cospicuo investimento visto che l’ultima volta si partì da una base di 4milioni 856mila 808 euro. A questo va aggiunto anche il fondo di Cupa Siglia. Questi due lotti sono anche i più anziani per quanto riguarda i tentativi precedenti di cessione. In passato sono apparsi più volte in altri bandi di cessione con le richieste dei privati che sono state sempre nulla, nonostante i ribassi d’asta previsti per Legge.

 

Antonio Roma