Atrani, isola ecologica interrata: vinto il ricorso

Evitato un esborso di oltre 135mila euro per un'opera mai entrata in funzione

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Atrani.  

Dopo 15 anni di querelle giudiziaria, giunge a conclusione la complessa vicenda della mini isola ecologica interrata di Piazzale Marinella. La struttura, inaugurata nel 2009 ma mai effettivamente entrata in funzione, è stata al centro di una lunga contesa tra il Comune di Atrani e la Waste Research s.r.l., che aveva citato l’Ente per il mancato pagamento di un credito residuo di 85.000 euro e di ulteriori 10.954 euro per altri interventi sull'impianto.

Il Tribunale di Salerno-sezione distaccata di Amalfi- aveva dichiarato inammissibile, per (presunta) tardività, l’opposizione formulata dal Comune di Atrani al decreto ingiuntivo notificato dalla ditta. Decisione decisione contestata dal Comune di Atrani con motivazioni ritenute fondate pochi giorni fa dalla Prima sezione civile del Tribunale di Salerno: la Corte ha revocato il decreto ingiuntivo e condannato la Waste Research s.r.l. al pagamento delle spese di lite per entrambi i gradi di giudizio per un totale di circa 20.000 euro. Decisiva l’attenta analisi condotta dall’avv. Antonio Parisi, legale incaricato dal Comune di Atrani, che ha subito rilevato la “svista” del Giudice di primo grado nel computo dei termini (perentori) per la proposizione dell’opposizione al decreto ingiuntivo. La scadenza (09/04/2012), nel dettaglio, cadeva in un giorno festivo (lunedì in Albis), e, secondo l’art. 155, comma 4, del c.p.c., il termine doveva intendersi automaticamente prorogato al giorno successivo non festivo (ovvero il 10/04/2012), data in cui l’opposizione era stata regolarmente notificata. Questa corretta interpretazione ha portato la Corte d’Appello a ribaltare la decisione di primo grado ed a scrutinare, nel merito, le argomentazioni difensive del Comune.

Tutte accolte le ragioni del ricorso in appello, dunque. È stata ritenuta infondata la domanda di pagamento della Waste Research s.r.l., poiché l’esecuzione dei lavori e delle forniture di cui si chiedeva il pagamento era disciplinato dal contratto d’appalto tra il Comune e la S.I.R. s.r.l., che aveva successivamente subappaltato alla Waste senza, peraltro, comunicarlo. Nessun vincolo contrattuale diretto tra l’Ente e la Waste quindi, come testimoniato anche dal contratto di fornitura con la S.I.R con le modalità di pagamento ed i tempi di consegna delle due isole ecologiche fornito già in fase monitoria. Respinte, inoltre, le richieste della Waste Research s.r.l., che non può vantare alcun credito poiché l'opera è stata realizzata "in dispregio ai criteri della regola d'arte". Questa espressione evidenzia i gravi difetti riscontrati nelle opere eseguite, come già relazionato dall’Ing. Cavanna nel 2011. Della lunga serie di criticità evidenziate nella sua dettagliata relazione, né la S.I.R. né la Waste Research hanno mai provveduto a sopperire, rendendo impossibile il funzionamento dell’impianto.

La sentenza rappresenta un risultato di grande rilievo per il Comune di Atrani che, in caso di soccombenza, avrebbe dovuto esborsare un’ingente somma, pari ad oltre 135.000 euro, considerando le spese legali e gli interessi maturati. L’evitato esborso rappresenta, per un comune così piccolo, un successo significativo in termini di tutela finanziaria e di gestione oculata delle risorse pubbliche.

"Questa vittoria rappresenta un risultato fondamentale per la nostra piccola comunità. Siamo riusciti a evitare un ingente esborso economico grazie all’ottimo lavoro del nostro legale, alla determinazione dell’amministrazione nel difendere gli interessi del Comune e alla giusta valutazione della Corte d’Appello. Continueremo a lavorare con lo stesso impegno per garantire la tutela delle nostre risorse e il buon governo del nostro borgo", ha dichiarato il Sindaco di Atrani, Michele Siravo.