Atrani, mitigazione del rischio idrogeologico: "Interventi fermi al palo"

Appello dell'Amministrazione alla Regione Campania

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Atrani.  

"Ancora ferme, tra burocrazia e rimpalli, le progettualità riguardanti alcuni interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ad Atrani". E' quanto denuncia con una nota stampa l'Amministrazione comunale del comune costiero. "La realizzazione di alcune 'opere indifferibili ed urgenti' previste nel post alluvione del 2010 resta ferma al palo: per i progetti preliminari dello scolmatore di piena (o by pass) del torrente Dragone e delle aree sicure per il parcheggio, inizialmente in capo all’Arcadis, poi sciolta, ancora nulla di fatto. Nonostante le numerose sollecitazioni partite dall’Amministrazione, continuano ad arrivare segnali poco concreti: da un lato la Regione Campania chiede al Comune di Atrani di aggiornare i progetti; dall’altro è palese che, per un comune così piccolo, sia impossibile farsi carico di un onere economico tanto gravoso. Anche perché Atrani è già soggetto attuatore di altri importanti interventi previsti nel post alluvione e mai realizzati: consolidamento dei costoni rocciosi, miglioramento del deflusso delle acque del torrente Dragone e potenziamento della scogliera frangiflutti", si legge nella nota.

“La Regione Campania, fossilizzandosi sulla richiesta degli aggiornamenti delle progettualità al ReNDIS, non sembra tenere in debita considerazione il livello di criticità che incombe sul borgo da 14 anni - dice il vicesdindaco Michele Siravo -. Ci chiediamo che fine abbiano fatto le progettualità previste per Atrani e per quale ragione, ancora adesso, le risposte che ci arrivano da Palazzo S. Lucia siano sempre improntate ad un burocratese di facciata che di certo non agevola una conclusione positiva della vicenda. Abbiamo pertanto richiesto l’elenco completo sia delle opere finanziate tramite il ReNDIS dal 2017 ad oggi, sia quello riguardante le 367 opere da completare nei 242 comuni della Campania, inviato dalla Regione al Ministro Fitto. La nostra linea resta quella dell’impegno, fin dove può farcela da solo un piccolo comune: adesso tocca a chi decide dei finanziamenti”.