Giuseppe Testa ha 18 anni. Parla poco, ha una folta barba e due occhi grandi che guardano un mondo colorato. L’arte è sempre stata la sua voce per esternare le sue emozioni e per uscire dalla solitudine dello spettro autistico.
«Ha iniziato a disegnare e colorare sin da piccolo – ha spiegato Emma, la mamma di Giuseppe – A fronte della difficoltà che aveva nel comunicare con le parole, ha avuto sempre grande facilità a disegnare e colorare e, con il passare del tempo, ha realizzato diverse opere. La vita di mio figlio è a colori e questo l’ha reso ancora più speciale, probabilmente unico. I suoi colori possono raggiungere i cuori e sono un mezzo per comprendere meglio il suo mondo così speciale e delicato».
Una svolta nella pittura del giovane di Cava è stata impressa dall’artista Annamaria Panariello, che ogni settimana gli trasmette il sapere e le tecniche dell’arte pittorica, dando significato al suo innato talento e guidandolo nell’esecuzione di pregevoli opere, anche di grandi dimensioni, caratterizzate da un accostamento cromatico audace.
Gli incontri che Annamaria tiene con Giuseppe rientrano in un più ampio progetto, ideato dalla stessa artista cavese, denominato “Mondo Parallelo”, grazie al quale la Panariello riesce a stabilire un punto di contatto con il ragazzo, disegnando con lui un nuovo alfabeto composto di forme e colori. «All’inizio Giuseppe era prudente e mi guardava con diffidenza – ha raccontato – Ma quando ha capito che parliamo lo stesso linguaggio, si è aperto e mi ha dato fiducia. I lavori che ne scaturiscono risultano cromaticamente equilibrati ed espressivi, evidenziando la caduta di quelle barriere che si interpongono tra lui ed il mondo. Non è da escludere per il futuro potremmo organizzare un evento espositivo».
«Annamaria Panariello è riuscita a far emergere da Giuseppe il meglio della sua creatività visiva, nella piena libertà di espressione – ha scritto la critica d’arte Antonella Nigro – È uscita fuori una dimensione parallela: né inferiore né superiore, che ha dato possibilità di comunicare colori e forme secondo la propria razionalità, il proprio inconscio, senza paura né angoscia o forse vivendole nel profondo e sublimandole nel miracolo dell’arte». Sulla stessa falsariga il commento della critica d’arte Gabriella Taddeo, che ha sottolineato: «Il progetto Mondo Parallelo nasce dall’esigenza di regalare un piccolo spaccato visivo, alle persone “speciali”. Esso vuole mettere a confronto se stessi, facendo emergere le varie dimensioni del sentire. L’obiettivo di questo progetto è quello di tentare di entrare nella percezione di un bambino autistico, capirlo meglio e comprendere il modo in cui sente, tocca, vede e gusta».