Rosario Francia, commissario Udc Capaccio Paestum, Cilento e Vallo di Diano, ritorna sulla questione del mega progetto di ripascimento che interessa tutto il litorale da Salerno ad Agropoli sottolineandone "i pericoli e i danni che l’intervento potrebbe causare all’ambiente ed al paesaggio".
Secondo Francia, l’intervento, nonostante abbia già ha avuto il via libera sul piano burocratico e procedurale, dovrebbe ancora essere sottoposto al dibattito e al confronto in sede politica e scientifica "poiché tante sono ancora le perplessità sulla reale utilità delle opere da realizzare e sul loro complesso impatto ambientale".
Com'è noto, il "Grande progetto" prevede la realizzazione di 42 pennelli a ‘T’, 3 pennelli semplici e 4 sistemi di protezione a celle costituite da strutture combinate pennelli/barriere soffolte, per un impiego complessivo di circa 1 milione 200mila tonnellate di massi calcarei. Queste strutture di tipo rigido, poste a poca distanza le une dalle altre, dovrebbero contrastare l’erosione costiera proteggendo i sedimenti sabbiosi.
"Capaccio Paestum nel 2017 ha detto "no" al mega progetto barriere artificiali con atti ufficiali. La relazione del 2016 del professor Ortolani lo ha sancito in modo scientifico, allorquando con una delibera di giunta comunale fu dato incarico al compianto geologo di fama internazionale di redigere una relazione/parere sul progetto anti erosione della Provincia - sottolinea ancora Francia -. Un’opera che l’allora cattedratico di Geologia dell’Università Federico II di Napoli bocciò come inutile e dannoso poiché trattava in modo indiscriminato tutti i 37 km di costa a sud di Salerno, senza tenere conto delle diverse situazioni dei vari tratti di litorale. In particolare, secondo lo studio del professor Ortolani, un dossier di mille pagine depositato presso il Comune di Capaccio Paestum nel 2017, la zona più danneggiata da un simile intervento sarebbe proprio Capaccio Paestum, dato che il litorale sabbioso di circa 13 km per ben due/terzi di esso non è interessato da fenomeni erosivi ma è addirittura in espansione. La parte di Foce Sele-Varolato, l’unica che negli ultimi anni ha fatto registrare l’arretramento della linea di costa, deve essere invece difesa attraverso interventi diversi e in particolare sul fiume Sele, le cui dinamiche creano il fenomeno. Insomma, secondo la relazione di Ortolani, per Capaccio Paestum non servono barriere artificiali, massi o pennelli rigidi", conclude il commissario dello scudocrociato.