Nasce a Sant'Arsenio il Progetto Teseo. Un’iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea e dal Ministero dell'Interno a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (Fami) 2014 – 2020. Il progetto supporta gli operatori sanitari e sociali del Vallo di Diano nella presa in carico di persone provenienti da Paesi terzi, ma anche residenti nei territori limitrofi, che presentano disagio psichico e patologie legate alle dipendenze.
Teseo è un progetto nato in partnership con il Comune di Sant’Arsenio, la Cooperativa Sociale Iris di San Rufo e l’Asl di Salerno. Teseo vuole intervenire sul disagio, soprattutto di tipo psichico, in un'area interna del territorio salernitano per offrire servizi sanitari essenziali. Oltre al disagio psichico il progetto interviene, attraverso un’equipe multi professionale, sulle dipendenze ma anche sulla doppia diagnosi e sul disagio correlato a situazioni di marginalità per non avere intorno a sé gli interlocutori adatti per risolverle o affrontarle. La sede operativa del progetto si trova nel centro diurno “Il Labirinto” in località San Vito nel comune di Sant’Arsenio. Spazi che rappresentano il fulcro di tutte le attività di socializzazione educative, psicoterapeutiche e riabilitative inerenti il progetto e che sarà aperto a tutta la popolazione in un'ottica di integrazione e inclusione sociale.
Presso il centro, aperto dal lunedi al venerdi dalle ore 10 alle 16, sarà inoltre somministrato un pasto giornaliero gratuito a pranzo. In dotazione dell’equipe anche l’unità mobile “Arianna” che permetterà agli operatori di offrire un servizio di sostegno capillare sul territorio e anche di poter accompagnare gli utenti da e per i luoghi di residenza verso il centro semiresidenziale ma soprattutto per poterli supportare in eventuali visite mediche specifiche o di routine presso specifici centri sanitari. I locali del centro diurno, messi a disposizione dal Comune di Sant’Arsenio, sono stati recentemente adeguati ed arredati per ricevere gli utenti destinatari del servizio.
«Siamo soddisfatti - dice il sindaco di Sant’Arsenio Donato Pica - per aver aperto e messo a disposizione del team di lavoro del Progetto Teseo una parte dei locali del centro diurno, contribuendo in maniera concreta alle necessità sociali dell'interno territorio del Vallo di Diano. Alla base del progetto c’è lo scambio delle competenze tra il privato-sociale e il servizio sanitario pubblico. Gli operatori di entrambi i settori - continua - sono chiamati ad affrontare in maniera integrata nuovi aspetti e problematiche legate all’accoglienza dei minori stranieri. Lo scopo è di avviare attività formative permanenti».
Del progetto fa parte una equipe di professionisti specializzati che da tempo opera nel Terzo Settore e che conosce in gran parte i bisogni sociali del territorio. La coordinatrice del Progetto Teseo è Emiliana Salvioli, psicologa e presidente della Cooperativa sociale Iris e che da anni lavora alla realizzazione di un piano di lavoro che possa supportare e dare voce al disagio psichico e sociale degli utenti del Vallo di Diano.
«Il progetto - spiega Emiliana Salvioli - coordina esperienze nuove ma anche già esistenti sui bisogni legati al disagio psichico e alle dipendenze per questo è importante fare rete con l’intero Terzo Settore del Vallo di Diano e quindi con gli altri operatori sociali del territorio, affinché emergano casi specifici che Teseo può trattare con metodologie e strumenti appositamente rivolti a questo tipo di utenza. Teseo - dice Salvioli - offre servizi di supporto non solo agli operatori dei servizi psichiatrici e delle dipendenze ma anche agli ambulatori del distretto sanitario materno infantile, consultori per le donne e ginecologia, interventi per gli stranieri temporaneamente presenti, per gli adolescenti e le famiglie con minori. Un ruolo centrale è rappresentato dall’Asl di Salerno, partner del progetto, la collaborazione tra pubblico privato e l'integrazione socio-sanitaria si realizzerà attraverso il rilevamento dei casi e la presa in carico garantendo, così, la risposta capillare dei servizi socio-sanitari anche a quelle persone che non sempre chiedono o sanno chiedere aiuto».