In occasione del quarantesimo anniversario del terremoto del 1980, l’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA (Musei Integrati dell’Ambiente) che ha sede nel Palazzo dello Jesus di Auletta in provincia di Salerno, ha scelto di commemorare quella data con una pubblicazione che raccoglie alcuni degli studi pubblicati in questi anni e, in aggiunta, nuove ricerche e nuove considerazioni che abbracciano vari settori quali la storia, l’antropologia, l’ingegneria, la medicina veterinaria e alcuni reportage giornalistici. Il libro “Terremoto 20+20. Ricordare per ricostruire” sarà presentato per la prima volta Sabato 8 agosto a Palomonte, alle ore 18,30, nell’ambito delle iniziative della Presidenza del Consiglio Regionale della Campania.
L’Osservatorio sul Doposisma è attivo da circa dieci anni e ha come oggetto di attenzione i cambiamenti sociali che avvengono nelle comunità a più livelli dopo un terremoto. Il metodo operativo è quello della ricerca-azione, cioè non lasciare solo su pagina scritta le considerazioni e le ricerche ma stimolare dibattito e collaborazione trasversale tra luoghi, istituzioni e persone. L’Osservatorio, il cui responsabile è Stefano Ventura, ha già svolto numerose attività, prodotto dossier di ricerca e di dibattito su vari temi, ma la sua radice è piantata in quella sera di novembre del 1980 che cambiò molti destini. Ecco perché nasce il libro “Terremoto 20+20. Ricordare per ricostruire”, i cui saggi affrontano tanti temi che hanno come comune denominatore il doposisma, i suoi effetti e le sue implicazioni comunitarie e soggettive. Si parte con una riflessione del giornalista Antonello Caporale sul rapporto sempre attuale tra l’Italia, i terremoti e la loro gestione politica; si affronta poi la gestione dell’emergenza, la descrizione dei primi momenti dei mancati soccorsi e della successiva ondata di solidarietà dei volontari, si continua con un reportage sul terremoto vissuto dagli italo-americani originari delle zone terremotate e quindi si passa a una interessante analisi etnografica di come in un paese terremotato (Palomonte) a distanza di quarant’anni si facciano i conti con tante ferite e tanti strascichi amministrativi e legali, si ripropone, inoltre, uno studio sul campo durato vari mesi, a Caposele, con interviste a decine e decine di abitanti.
Uno dei saggi è dedicato a una descrizione del progetto industriale contenuto nella legge 219 e i suoi risultati in chiaroscuro, con un contributo sul rischio sismico e gli aspetti tecnici e legislativi sulle costruzioni materiali e sull’adeguamento dei manufatti. La seconda parte è invece curata dal CERVENE (Centro Regionale per le Emergenze veterinarie non epidemiche) e anche lì c’è un filo diretto con l’esperienza nata dopo il terremoto grazie ad Adriano Mantovani e che continua ancora oggi. Il libro è stato realizzato grazie al patrocinio del Consiglio Regionale della Campania e in particolare per l’interessamento della presidente Rosa D’Amelio. Nell’ambito delle iniziative del Consiglio Regionale, l’8 agosto a Palomonte, alle ore 18,30, ci sarà un doppio momento di riflessione e iniziativa: l’intitolazione del belvedere in loc. Castello, nel centro storico di Palomonte, a Pierluigi Cappello, poeta friulano che visse e raccontò il terremoto friulano del 1976. Alle 19 ci sarà la prima presentazione di “Terremoto 20+20. Ricordare per ricostruire”, coi saluti del sindaco di Palomonte, Mariano Casciano, del
presidente della Fondazione MIdA, Francescantonio D’Orilia, e una tavola rotonda alla quale parteciperanno gli autori.