"L’amministrazione respinge la possibilità di tenere il referendum consultivo sulla realizzazione degli impianti trincerandosi dietro il parere del segretario generale a cui era stato demandato il compito di valutare l’ammissibilità del quesito referendario anche dalla conferenza dei capigruppo. La tesi del segretario è alquanto sorprendente in quanto, ritiene che la realizzazione dell’impianto non sia di esclusiva competenza del comune e quindi inammissibile". Così il comitato "Difendiamo la nostra città dalla monnezza" commenta la decisione dell'amministrazione di Pontecagnano Faiano.
"Nei fatti però l’impianto di compostaggio è frutto di un accordo fatto tra il comune di Pontecagnano Faiano e Giffoni Vallepiana e nasce soprattutto da un'autocandidatura del nostro Comune per realizzarlo sul proprio territorio - ricordano i componenti del comitato -, tanto che il progetto è stato approvato comprensivo di conto economico dalla giunta comunale ed inserito nel piano triennale delle opere pubbliche approvato dal consiglio comunale. Quindi la decisone di realizzarlo non dipende da nessun altro ente che il comune di Pontecagnano, fatta eccezione di pareri tecnici di tipo ambientale".
Di qui l'accusa diretta alla compagine di governo della città: "La totale delega alla burocrazia comunale, totalmente acquiescente al volere di questa amministrazione, dimostra il timore di Lanzara ed i suoi di affrontare il Referendum che li avrebbe esposti ad una sonora bocciatura. Il parere del segretario generale che ha trovato una pezza per giustificare il voto negativo non è vincolante. La questione è che se fosse stato inammissibile il quesito non si sarebbe nemmeno potuto porre a votazione nell'assise comunale. Ieri c'è stata presa una decisione politica di un no alla partecipazione, negando i princìpi sanciti nel nostro Statuto - è la disamina del comitato -. Indipendentemente da questo noi non ci fermeremo anzi questa irresponsabilità e arroganza ci sprona ad andare avanti ed opporci ancora più fermamente in tutte le sedi convinti di stare dalla parte dei cittadini e degli imprenditori estremamente preoccupati di questa situazione", la netta presa di posizione degli attivisti.
Bordate a Lanzara però sono arrivate anche da Sinistra Italiana: "La testardaggine e la irresponsabilità di Lanzara e della sua amministrazione porteranno ad uno scontro sociale. Cittadini e imprenditori sono contro questa decisione. Questo indebolirà ancora di più l'area del centrosinistra in vista delle elezioni aumentandone la distanza con i cittadini. L'asservimento a De Luca è totale - le accuse del partito - e spianerà la strada alla vittoria delle destre alle prossime regionali, cosa che avrà conseguenze anche sulla realizzazione degli impianti. La scelta di trincerarsi dietro una ipotetica inammissibilità evitando il voto referendario è sintomo di una estrema debolezza. Questo politicamente lo pagherà caro".