L’Europa è il nostro futuro? L’ideale di un’Europa politica potrà realizzarsi? Oppure dovremo registrare l’ennesimo fallimento nel realizzare l’idea di Europa? C’è un valore ideale che ci unisce e ci sono pregiudizi, situazioni culturali e condizioni storiche, socio-politiche che ci dividono: valori religiosi, tradizioni, modi di pensare e di rappresentare la politica, l’economia e i rapporti sociali.
Dobbiamo continuare a credere nell’Europa ma dobbiamo anche ammettere che sussistono troppe e divergenti immagini dell’Europa: l’Europa degli economisti non è quella degli intellettuali, l’Europa dei politici non è quella dei popoli. Vissuta emotivamente, l’Europa affascina; realisticamente, invece, l’Europa si divide in modi di pensare e di agire che esaltano la differenza delle identità e che mettono in evidenza le diversità culturali e politiche.
L'Unione Europea è composta dalle differenti realtà dei Paesi che ne fanno parte. È possibile pensare che la molteplicità delle radici culturali dei diversi Paesi, più che essere indicata come criticità o ostacolo, possa costituire, invece, una differenziazione funzionale che, come risorsa, consolida e rende più ricca l'unità europea.
Sono questi i temi al centro del convegno internazionale "The Future of Europe", promosso dal Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell'Università degli Studi di Salerno, con il patrocinio della Associazione Italiana di Sociologia, come una continuazione dei precedenti "Incontri europei di Amalfi".
Al convegno prenderanno parte eminenti ricercatori italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, portoghesi e belgi.
A partire dal 1988, gli Incontri europei di Amalfi rappresentano un vivace dibattito su alcuni dei temi più significativi della storia e della cultura europea. In relazione alle crescenti divisioni e conflitti che oggi ostacolano il cammino dell’Europa, questo incontro intende stimolare un impegno crescente di intellettuali per indagare il futuro della costruzione europea.
Redazione