E’ di oggi la notizia che “A Ciambra”, film di Jonas Carpignano ambientato nella comunità rom di Gioia Tauro, è il candidato italiano all’Oscar 2018. Don Andrea Vece, 90 anni il prossimo anno, creatore nel lontano 1968 del cineforum della parrocchia Madonna di Fatima, a Pastena – che il prossimo 10 ottobre ripartirà con il nuovo ciclo di proiezioni - non appena apprende la notizia, chiama al telefono Giacomo Concilio che da qualche anno ha preso in mano le redini della programmazione del cinema. Senza neanche fargli dire “Pronto” lo assale: “Hai sentito che il film che abbiamo messo in cartellone è candidato all’Oscar? Dobbiamo partire con quello assolutamente!”. Dall’altro lato Giacomo abbozza: “Sì don Andrea, faremo il possibile, ora parlo con i distributori”.
Sta tutta qui la passione che si cela dietro la sopravvivenza, e la resistenza, di una piccola sala di quartiere com’è quella del Fatima, in un breve scambio di parole tra il passato e il presente, e si spera il futuro, di una tradizione lunga 50 anni.“Ci mettiamo il cuore in quello che facciamo – afferma Giacomo, che con la fidanzata Michela D’Andria dal 2012 si occupa dell’organizzazione della sala e della sua programmazione - perché se per don Andrea il cineforum è una sorta di figlio, per noi è un fratello, siamo cresciuti con lui e ci teniamo a farlo sopravvivere nonostante le difficoltà”.
Quali sono i problemi più grandi del gestire una sala fuori dai grandi circuiti?
“I piccoli limiti sono tutti di natura tecnica, che per la maggior parte non dipendono da noi. A volte è capitato che il file di un film non venisse letto dall’hardisk (ormai la pellicola è un antico ricordo in quanto i film vengono distribuiti in digitale, ndr) e in quel caso il proiezionista non può intervenire al momento così come succedeva in passato con le pellicole”. Sentitosi tirato in ballo, interviene Nicola Libaldi che da almeno 18 anni passa le sue serate nella sala “regia” del cinema Fatima: “Non esiste più il fuori fuoco o il fuori quadro, ora è tutto automatico e se il file del film non viene letto bisogna chiamare un tecnico specializzato. Per fortuna, però, capita molto di rado”.
Com’è cambiato il pubblico del Fatima negli ultimi anni?
“Purtroppo dobbiamo registrare una mancanza di giovani e giovanissimi – afferma Giacomo – perché le nuove generazioni non sono abituate, meglio dire non educate, alla visione di film più impegnati. Prima c’erano dei punti di riferimento, dei soggetti politici e istituzionali che contribuivano a far accrescere la passione verso la cultura, verso il cinema in particolare. Oggi questo manca e il risultato è che la nostra platea, sempre numerosa e appassionata, bisogna dirlo, diventa sempre più “matura”. Ma alla fine è bello vedere una comunità che si riunisce ogni settimana, in cui i suoi membri si conoscono, chiacchierano e si siedono sempre agli stessi posti. Sarebbe però ancora più bello che questa comunità si allargasse”.
Come si sta cercando di farlo?
“Offrendo una programmazione che tiene sì fede ai gusti dello “zoccolo duro” della platea, quindi film d’autore, di registi cult, militanti e impegnati, ma con delle piccole incursioni più “pop”, sempre di qualità ovviamente, che possano richiamare anche nuovi spettatori. Stando bene attenti a non snaturare nulla. Ci sarà Akin, Haneke, Polanski ma anche molta Italia e molta Francia, insomma tutto quello che piace ai nostri spettatori”.
Quando si comincia, quindi?
“Dal 10 ottobre, ogni martedì e mercoledì come sempre. I prezzi sono rimasti gli stessi, gli orari anche. Don Andrea è pronto ad accogliere tutti, e noi con lui, per un altro inverno insieme”.
Fiorella Loffredo