«Mormile era cosciente, non evitò la tragedia in tangenziale»

Contromano in tangenziale a Napoli le motivazioni della sentenza: consapevole di quanto faceva

"Quella folle manovra in tangenziale per il brivido di sfidare la morte"

Nocera Inferiore.  

 

di Siep

 

Era cosciente e volontaria la condotta di Aniello Mormile il giovane che scatenò la tragedia in tangenziale in cui morì la sua ragazza Livia Barbato e un'automobilista in transito sulla tangenziale di Napoli quella notte che si vide piombare addosso quell'auto. «La condotta di Mormile era cosciente e volontaria», la scelta di guidare contromano in Tangenziale «da lui pienamente voluta e inserita nella sua scellerata azione, anche se del tutto priva di plausibile ragione» e la possibilità di conseguenze negative in caso di collisione con altre auto «consapevolmente accettata». Sono le motivazioni del giudice Rosa De Ruggiero che spiega i motivi della condanna, a venti anni di carcere, di Aniello Mormile il giovane napoletano responsabile dell'incidente che avvenne il 25 luglio di un anno fa e che costò la vita ad una studentessa 21enne di Fuorigrotta e all’automobilista Aniello Miranda, 48 anni, piccolo imprenditore di Torre del Greco, marito e padre. 

Il giudice ha rimarcato come Mormile non abbia fornito alcun contributo nelle indagini e neanche in giudizio, dicendo in più occasioni di non ricordare.

Il giudice sposa la tesi della Procura sottolineando come lo stesso imputato non abbia "manifestato alle persone offese il suo pentimento e il suo dolore per quanto accaduto, sentimenti che pure non si esclude che possa aver provato". A decidere le sorti del processo è stato il video realizzato grazie al sistema di videosorveglianza della tangenziale dove, secondo quanto accertato, si vede Mormile decidere volontariamente di effettuare una inversione ad U. Una manovra lenta che dura circa 25/30 secondi.

Non fece nulla per bloccare la sua guida pericolosa per sei chilometri. Non si fermò in qualche piazzola. Non uscì al casello di Agnano. Ci furono gli automobilisti che lampeggiarono alla Clio di Nello lanciata contromano. Sposando la tesi dell'omicidio volontario il giudice spiega, nel finale delle sedici pagine di motivazione, che "Mormile aveva consapevolmente posto in essere una condotta di guida palesemente grave e pericolosa per gli utenti della strada ma anche per se stesso e aveva accettato il verificarsi di una collisione con i veicoli che viaggiavano in direzione di marcia opposta».

Sposata dunque dal giudice la tesi dell'omicidio volontario. Contro la sentenza gli avvocati di Mormile presenteranno ricorso.