Interrompeva le gravidanze prima dei sette giorni di “riflessione” imposti per legge. Inoltre, avrebbe prodotto un ingente numero di documenti fra cartelle cliniche, diari di gravidanza e documentazione contabile per agevolare i pazienti. Oltre a prendere denaro in nero dagli stessi per le proprie prestazioni, durante le attività intramoenia (oltre l'orario lavorativo) autorizzate dall'azienda. Queste fra le accuse più pesanti rivolte al primario di ginecologia dell'ospedale “Immacolata di Sapri”, Bruno Torsiello.
Il Blitz compiuto ieri mattina dalle Fiamme Gialle nel reparto di ginecologia dell’ospedale “Immacolata” di Sapri, ha notificato all'indirizzo del primario un avviso di garanzia per peculato, falso in atto pubblico e violazione dell’articolo 5 comma 4 della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Nei guai anche la sua assistente, Rosa Vomero, ostetrica accusata per peculato continuato in concorso. Proprio l'assistente avrebbe giocato un ruolo chiave nella vicenda.
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