Potrebbe comparire martedi' prossimo davanti al gip di Salerno per l'interrogatorio di garanzia Franco Alfieri. L'ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno e' stato arrestato ieri nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Salerno che ipotizza, a vario titolo, nei confronti di dieci persone, i reati di scambio politico elettorale politico mafioso, tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale. Ieri, l'avvocato Domenicantonio D'Alessandro, legale di Alfieri insieme con Agostino De Caro, ha sottolineato che il suo assistito "si dichiara estraneo ai fatti e conta di poter dimostrare la sua innocenza".
Per chi indaga, vi sarebbe stato un patto elettorale politico mafioso, in occasione delle elezioni comunali 2019, tra Alfieri, Roberto Squecco, imprenditore gia' condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso, e Stefania Nobili, ex moglie di Squecco e all'epoca dei fatti contestati consigliere comunale di Capaccio Paestum. Voti in favore del politico - questa la tesi dell'accusa - in cambio del mantenimento della struttura balneare lido Kennedy nella disponibilita' di Squecco, anche tramite prestanome. Quell'accordo, per Squecco, non sarebbe stato rispettato da Alfieri. L'amministrazione comunale esegui', infatti, un parziale abbattimento della struttura balneare, intanto colpita da una mareggiata. Successivamente, ad abbattimento avvenuto del lido, Squecco avrebbe piu' volte incontrato tre uomini di Baronissi, due dei quali pregiudicati, cui avrebbe commissionato un attentato dinamitardo contro Alfieri. Negli 'ascolti' degli investigatori si sente uno dei tre parlare di 'casatiello' che, probabilmente, vuole significare ordigno. L'attentato, studiato nei minimi particolari con sopralluoghi e studio delle mappe, non fu, pero', portato a compimento per un mancato accordo tra i tre e Squecco.